La Francia raggiunge la sua terza finale mondiale vent’anni dopo la prima volta, in casa nel 1998. In una partita decisa in ultima analisi da un evento improbabile, cioè un duello di testa perso da Marouane Fellini, la nazionale di Deschamps conferma il suo statuto di favorita. Un risultato preventivabile, dopo il quarto del 2014 e la finale dello scorso europeo, e tuttavia notevole: il 15 luglio scenderà in campo, a Mosca, la squadra più giovane delle 32 di questo torneo.

Quando alle 21 inizia la partita, filtra ancora un po’ di luce dalle mastodontiche travi che sormontano le tribune della Zenit Arena, lo stadio più scandaloso di questa coppa del mondo, forse il più scandaloso della storia dei mondiali. Progettato per sostituire lo storico Petrovsky, con una spesa prevista di 150 milioni di dollari, è finito per costarne almeno 6 volte tanto, al termine di una saga di scandali (tra cui l’impiego di centinaia di schiavi nordcoreani) che persino Putin ha finito per  definire “triste”.

Ancora mezzo vuoto a cinque minuti dal calcio d’inizio, la Zenit Arena, con il suo affaccio sul mar Baltico, è comunque lo stadio più suggestivo di questi mondiali. Ed è giusto allora che ospiti una delle partite più suggestive: Francia-Belgio, la prima semifinale di questo mini torneo europeo. L’ultima volta con due semifinali tra squadre europee era stato nel 2006, e alla fine a vincere fu l’Italia (in finale contro la Francia).

Di fronte a Macron e ai reali belgi, si affrontano due squadre legate tra loro non soltanto per prossimità geografica. Eliminate (e sbeffeggiate) tutte le nazionali africane già alla fine dei gironi, quelle in campo sono le due selezioni con il maggior numero di giocatori originari del continente: quattordici nella Francia, otto nel Belgio; 15 sono invece i giocatori che militano nel campionato inglese (dieci in campo stasera per il Belgio!), tra cui i compagni di squadra Kanté e Hazard (Chelsea), Lukaku e Pogba (Manchester United), questa sera avversari; come l’Inghilterra impegnata domani, sono entrambe nazionali figlie della pianificazione, che le ha premiate con un’infornata di giovani talenti senza precedenti; e sebbene il Belgio goda ancora dello statuto di squadra “nuova” del calcio mondiale,  oggi in campo è in realtà la squadra più anziana delle due.

Ne ha già viste tante, il Belgio: ha vinto tutte le partite nei ’90 minuti, ha rimontato uno svantaggio di due goal agli ottavi e battuto il Brasile favorito ai quarti con un cambio di modulo improvvisato all’ultimo momento. Ha in squadra il miglior giocatore di questo torneo finora: Hazard, classe 1992, che prima della partita ha dichiarato che i bambini  belgi della sua epoca tifavano Francia. Era l’eredità dell’ultima Francia campione del mondo, del suo capitano Didier Deschamps, oggi ct dei bleus, e di un acerbo Henry, mai veramente amato in patria (perché non esultava i goal, per il mani contro l’Irlanda), che sulla panchina del Belgio come allenatore degli attaccanti… stasera canta o non canta la marsigliese? Dalla tribuna non si vede e la tv non lo inquadra. A La Francia favorita ha fatto fuori l’Argentina con quattro goal agli ottavi, ma delle quattro rimaste è quella che ha segnato meno. Ha esibito the next big thing del calcio mondiale, Mbappé, che finora però ha dominato soltanto la partita con l’Albiceleste. Chi prevarrà, allora?

Il primo tempo, equilibrato, non lo dice. Due grandi parate (al 21’ Lloris  su Alderweireld, al ’39 Courtois su Pavard) dei due migliori portieri di questa competizione tengono fermo il risultato sullo 0-0 al 45’. Ma è una grande partita, resa meno grande soltanto dalla freddezza del pubblico russo, ancora frastornato dall’eliminazione di sabato scorso. Nel corso del match i russi non esprimeranno mai una preferenza chiara. Belgi e francesi, dal canto loro, sono pochi e confinati in due spicchietti dietro le porte.

Il secondo tempo si apre con l’episodio decisivo: al ’50, su calcio d’angolo, Umtiti svetta in terzo tempo sullo specialista dei colpi di testa Fellaini e segna.
Il piano principale del Belgio diventa a questo punto il cross da destra di Mertens (entrato al posto di Dembelé) per la testa di Lukaku o Fellaini. Oppure incursioni in dribbling di Hazard e De Bruyne, quasi sempre fermati. La Francia accetta di chiudersi e ripartire, e qui diventa la partita di Mbappé, che in ripartenza può conquistare falli e provocare ammonizioni avversarie. In un’occasione fa anche il monello, portando via il pallone dal punto di battuta e facendo infuriare Vertonghen. E’ la sua seconda scenata  in questo mondiale, dopo la simulazione con l’Argentina, in una competizione per lui sempre in bilico tra Pelé e Neymar.

Nel frattempo la partita scivola via, passando anche per sei, generosi minuti di recupero e due altre grandi parate di Courtois (su Griezmann e Tolisso). Al fischio finale, girotondo salterino di Deschamps con il suo staff: è la sua rivincita sugli scettici. Domani a Mosca si deciderà la sfidante del 15 luglio: Inghilterra o Croazia?