Il servizio diplomatico Ue, che fa capo all’alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell, ha chiesto spiegazioni alla Tunisia per i recenti arresti di attivisti, giornalisti e avvocati. «L’Ue ha seguito con preoccupazione gli sviluppi in Tunisia, in particolare l’arresto simultaneo di diverse figure della società civile. La libertà di espressione e associazione, così come l’indipendenza della magistratura, sono garantite dalla Costituzione tunisina e costituiscono la base del nostro partenariato», ha dichiarato Nabila Massrali, portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). Belle parole.

In ordine di tempo le ultime ad avere problemi sono state le attiviste per i diritti umani Ghofrane Binopus e Fatma Zahara, convocate ieri dai pm, l’avvocato Mehdi Zagrouba e il fotogiornalista Yassine Mahjoub, il primo trascinato fuori dall’ordine degli avvocati e arrestato nella serata di lunedì, il secondo fermato nella stessa occasione e poi rilasciato. Zagrouba è accusato di aggressione, fisica e verbale, nei confronti di due poliziotti durante il presidio davanti al tribunale della capitale per chiedere il rilascio della collega Sonia Dahmani. La legale è ancora in custodia con le accuse di «false informazioni per attentare alla pubblica sicurezza» e «incitamento all’odio», reati previsti dal decreto legge firmato da Saied nel settembre 2022 per perseguire i crimini d’opinione. Dahmani aveva ironizzato in diretta tv sulla teoria della sostituzione etnica alimentata dal presidente tunisino.

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Sempre nelle ultime due settimane sono stati convocati dai pm gli amministratori delegati delle radio Diwan Fm e Ifm e sono finiti dietro le sbarre altri cinque tra giornalisti, avvocati e attivisti di ong che aiutano i migranti. Dopo il colpo di Stato del 25 luglio 2021, con cui Saied ha congelato le attività parlamentari e assunto pieni poteri, il paese vive una nuova ondata di attacco alle libertà civili. La nuova costituzione, entrata in vigore nell’agosto 2022, ha esteso il potere esecutivo, l’unico rimasto davvero autonomo mentre legislativo e giudiziario sono diventati di fatto una funzione del primo.

Non è un caso che la stretta recente ruoti intorno alle politiche anti-migranti perseguite da Saied grazie alla copertura economica e politica del team Europe. Ovvero la premier italiana Giorgia Meloni, il primo ministro olandese Mark Rutte e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che a luglio 2023 hanno firmato a Tunisi un memorandum che ha poi fatto da esempio per quelli con Egitto e Libano: euro in cambio di ostacoli ai flussi di persone.

E infatti da questo lato del Mediterraneo gli ultimi arresti hanno fatto alzare la voce alle opposizioni. Avs chiede al ministro degli Esteri Tajani di riferire in parlamento, il Pd al governo di fare pressione su Saied affinché rispetti i diritti umani. Il governo francese ha espresso «preoccupazione» per gli ultimi avvenimenti. Meloni, invece, tira dritto: «gli accordi con i paesi nord-africani sono necessari, rivendico di aver modificato l’approccio Ue alla materia migratoria. Gli arrivi di migranti sono diminuiti del 60%»