Erano decine di fronte a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, in piazza della Repubblica, uno vicino all’altra a formare quasi una catena umana.

La comunità afghana di Roma si è ritrovata ieri mattina, tra bandiere nazionali (qualcuno l’ha anche dipinta sul volto), simbolo in questi giorni delle coraggiose proteste in molte città dell’Afghanistan occupate dai miliziani talebani. Lo slogan, «Afghans Lives Matter», lega con un filo le tante proteste contro il razzismo che in questi ultimi anni hanno attraversato mezzo mondo.

Espongono cartelli («Basta violenza contro le donne», «Salvate i nostri valori democratici e le nostre conquiste») e si passano il microfono, riportano degli abusi denunciati dai familiari ancora in Afghanistan.

«Sono cittadina afghana e cittadina italiana – dice Fatima – Le donne da due settimane sono chiuse in casa. Non vogliamo tornare indietro, vogliamo la nostra vita e la nostra libertà. Chiedo al popolo italiano e al governo italiano di non lasciarci soli, devono costringere i talebani a lasciarci in pace».

«Tutto il mondo sa quello che sta succedendo in Afghanistan – aggiunge Karim – Non sarà un problema e un pericolo solo per l’Afghanistan, ma per tutto il mondo».

Poco prima la piazza aveva lanciato i suoi appelli: «Chiediamo alle istituzioni dello Stato italiano, delle regioni e dei comuni, alle organizzazioni non governative e alla società civile di schierarsi al fianco del popolo afghano. Nella sicurezza dell’esilio possiamo solo fare dichiarazioni, ma vi chiediamo di costruire con noi una rete di supporto alle persone ancora vittima della violenza talebana in Afghanistan».

Chiedono corridoi umanitari e supporto «per costruire un fronte civile democratico interreligioso per la liberazione dell’Afghanistan». Chiedono anche altro: di portare davanti a un tribunale internazionale i leader talebani per crimini contro i civili, le donne e le minoranze e «di sanzionare i funzionari» responsabili del crollo del paese, «a partire dal presidente Ghani in fuga». Per l’11 settembre, aggiungono, sarà organizzata una mobilitazione nazionale.

Nelle stesse ore a Fiumicino atterrava un Kc767 dell’Aeronautica militare con a bordo 195 afghani evacuati da Kabul. Altri tre C130 sono in volo verso l’Afghanistan per proseguire nel ponte aereo. Secondo il ministro della Difesa Guerini, da giugno sono oltre 1.500 gli afghani evacuati, di cui mille portati in Italia.