«La situazione è molto preoccupante, in queste ore stiamo discutendo con Cisl e Uil: riteniamo che sia il momento di scendere in piazza e mobilitarci contro la logica della guerra», ha detto ieri Maurizio Landini. Per il segretario nazionale Cgil «è il momento di non rimanere indifferenti. Non possiamo passare dalla lotta al Covid alla guerra. Credo che questo sia un tema importante, è necessario che ci sia una reazione e una mobilitazione dei cittadini contro la logica della guerra». Nelle prossime ore dovrebbe partire l’invito a organizzare presidi cittadini nella giornata di sabato 26.

Anche la Rete pace e disarmo invita «a mobilitarsi e manifestare per la pace è fondamentale ed utile farlo con proposte precise e che sia anche occasione di riflessione sulle cause profonde che determinano le guerre e le violazioni dei diritti umani». L’organizzazione pacifista insiste sulla necessità della diplomazia multilaterale: «La difesa dei nostri interessi (e il nostro primo interesse è la pace) e della nostra sicurezza (e la nostra sicurezza discende dalla sicurezza altrui), in quanto europei con una visione universale dei diritti, non può essere delegata alla dimensione militare portata avanti dalla Nato – si legge nel documento – Ma dovrebbe essere affidata alle istituzioni sovranazionali civili che abbiamo creato, con tanta difficoltà, dal 1945 ad oggi, anche mettendo mano alla applicazione dell’articolo 43 dello Statuto delle Nazioni Unite che, con l’applicazione del diritto internazionale, devono tornare ad essere il luogo e lo strumento di risoluzione dei conflitti tra Stati, tra gruppi di potere, tra interessi contrapposti».

Papa Francesco si rivolge a «credenti e non credenti» e dedica il Mercoledì delle Ceneri di quest’anno, che cade il 2 marzo prossimo, a una «Giornata di digiuno per la pace». «Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina – afferma Bergoglio nel suo appello- Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione».
Per il Papa «la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra». Il Papa ha pregato «tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni».