Hatzin fa la seconda media, è in autobus, chiuso nel bagno, prende a calci una guarnizione di plastica, mentre gli altri protestano per entrare. Poi arriva in una landa desolata. Scende. C’è un container, più in là, cintata, una fossa. Hanno ritrovato dei desaparecidos. Lui è lì per ritirare la cassa contenente i resti del padre. È l’inizio magnifico di La caja film in concorso del messicano Lorenzo Vigas. Un’autentica stretta al cuore con quel bimbo che telefona alla nonna per dire che è lì con papà in una modesta stanzetta, in attesa di rientrare il giorno successivo con l’ingombrante...