Ci vuole coraggio per accettare un PostSanremo che va in diretta, in media, poco prima delle due del mattino e dopo una serata monstre del Festival perché, come ha detto lo stesso conduttore Fiorello, «A quest’ora, anche se ci guardano in cinque, facciamo il 100% di share», cosa che sta nel genere Ti piace vincere facile. Per tenere il pubblico incollato a “Viva rai2 Viva Sanremo”, Fiorellik, che ha in Alessia Marcuzzi la sua Eva Kant, si è inventato di tutto, si è travestito da soubrette, da home less infreddolito e assonnato, da Batman e da Massimo D’Alema al quale, come ha riconosciuto lui stesso, somiglia in modo impressionante con quel taglio di capelli, quei baffi e quegli occhiali. Gli manca di fare il trapezista, a Fiorello, e poi ha coperto tutto lo scibile dello spettacolo, ma forse ha già fatto anche quello e colpa nostra se non ce ne siamo accorti. Essendo Fiorello, come ha detto Francesca Fagnani, “Cintura nera di ansia”, come tutti gli ansiosi deve esserci sempre lui al centro della scena e dirigere il ritmo, l’improvvisazione, le risate del gruppo che gli fa da corona, i collegamenti con l’inviato che sveglia i cantanti nel letto, le telefonate, le imitazioni, insomma il caos della diretta che è nel suo stile, un oneman show con contorno.Io sono stata una dei cinque spettatori in diretta solo la prima sera, e per ragioni di servizio, quindi ho contribuito al 100% di share, ma poi ho mollato e il resto l’ho guardato in differita.

FA ANCORA ridere, Fiorellik? Qualcuno dice di sì, qualcuno dice di no, ma questo è il rischio che corre tutta la gente di spettacolo, sempre appesa al su e giù del gradimento, ai giudizi, ai commenti, agli apprezzamenti sulla cui sincerità non bisogna scommettere mai ed è per questo che saremo sinceri, benché cattivi. Fiorello è quello di sempre, grande talento di improvvisazione e di ritmo, capace di mettere in scena se stesso come summa dei caratteri italici, tuttavia sempre all’incrocio fra un capo banda da radio giovanilista, cazzeggiatore sul tutto, star da bar di paese. Se si vuole una comicità tagliente, non è lì che bisogna guardare, ma è molto probabile che lui non voglia fare quello e quindi va bene così. Io sono stata una dei cinque spettatori in diretta solo la prima sera, e per ragioni di servizio, quindi ho contribuito al 100% di share, ma poi ho mollato e il resto l’ho guardato in differita. Ci sono orari in cui la televisione va bene solo se soffri di insonnia.
Detto ciò, c’è una cosa che non capisco. Se si va su Raiplay e si digita sulla lente Cerca la parola Fiorello, la risposta è “La ricerca non ha prodotto nessun risultato”. Fossi nell’ansioso Fiorellik, mi girebbero i cinque minuti.