L’Oklahoma ha approvato uno dei disegni di legge sull’aborto più restrittivi degli Stati uniti, vietando le interruzioni di gravidanza a partire dalla fase di «fecondazione», vale a dire prima che l’ovulo si impianti nell’utero, cioè non oltre le sei settimane, quando molte donne non sono nemmeno in grado di rendersi conto di essere incinta. Il provvedimento ora passa al governatore repubblicano Kevin Stitt, ma il futuro non dovrebbe riservare nessuna sorpresa: Stitt si è impegnato a firmare «ogni atto legislativo che limiti l’aborto».

La nuova legge consente ai cittadini di citare in giudizio chiunque, ovunque, «aiuti o favorisca» una donna a interrompere la gravidanza, inclusi medici, infermieri, amici e perfino gli autisti di Uber che la accompagnano in clinica. Per i denunciati sono previste sanzioni fino a 10mila dollari e denunce per «sofferenza emotiva».

Eccezioni solo per le emergenze mediche o se la gravidanza è risultato di stupro, aggressione sessuale o incesto, ma solo se questi reati sono stati denunciati alle forze dell’ordine.

IL DISEGNO DI LEGGE dell’Oklahoma «non è un altro divieto, è il primo – ha affermato Emily Wales, presidente ad interim e ceo di Planned Parenthood Great Plains, per l’area che comprende Arkansas, Kansas, Missouri e Oklahoma – L’Oklahoma sarà il primo Stato del Paese a bandire completamente l’aborto, anche ora che Roe è ancora in vigore. Quel poco accesso all’aborto rimasto nello Stato scomparirà e la crisi affrontata dalle donne dell’Oklahoma peggiorerà. La legge incoraggia i cacciatori di taglie a citare in giudizio i loro vicini. Un capovolgimento della storia che avviene davanti ai nostri occhi».

Nessuno Stato finora aveva vietato l’aborto a partire dalla fecondazione. La legge dell’Oklahoma tenta di farlo impiegando una tattica legale ormai sdoganata dai tribunali: usando la collaborazione attiva dei civili. Il primo Stato a richiedere l’aiuto dei cittadini è stato il Texas, che dopo una serie di ricorsi ha ricevuto il benestare delle corti inferiori per usare i propri residenti come informatori da ricompensare economicamente, a dimostrazione che vi sono ora più protezioni stratificate a difesa delle leggi anti-aborto mentre si attende la decisione della Corte suprema.

A FINE GIUGNO Scotus si esprimerà sul destino di Roe vs Wade, la sentenza che dal 1973 garantisce il diritto all’aborto a livello federale. Nell’attesa che questa Corte suprema a guida conservatrice cancelli la sentenza, i repubblicani si sono già affrettati a scrivere leggi per limitare l’accesso all’aborto in quasi 23 Stati. La nuova norma che sta per entrare in vigore in Oklahoma stabilisce un ulteriore pericoloso precedente.

Gli attivisti che si battono per il diritto all’aborto si stanno preparando alla battaglia legale. Il deputato democratico Monroe Nichols, rispondendo ai colleghi repubblicani che festeggiavano per il passaggio del disegno di legge che, a loro dire, «difende vite innocenti», ha affermato che «c’è un’altra vita innocente a cui dovremmo pensare, la vita della persona incinta che sta affrontando la decisione se abortire o meno. Non possiamo perdere questo punto di vista a causa dell’avversione per qualcosa che riteniamo possa essere malvagio», ha detto Nichols, aggiungendo che la legge in realtà non difende nessuno, ma essenzialmente mette «sotto processo» le donne che abortiscono.

NEL DIBATTITO al Congresso dell’Oklahoma i toni sono stati molti accessi. La deputata dem Cyndi Munson, nello scambio con uno sponsor repubblicano del disegno di legge, ha sottolineato che molte donne, in particolare le più giovani, vittime di incesto o violenza sessuale, non denunciano alle forze dell’ordine. «Puoi spiegarmi perché ti sta bene che una persona porti avanti una gravidanza dopo che è stata violentata o ci sono stati casi di incesto? Capisci cos’è l’incesto, giusto? Ed è una cosa che ti va bene?».