Dopo aver devastato Antigua e Barbuda e ieri San Martín, provocando con una decina di vittime, l’uragano Irma continua ad avvicinarsi a Cuba con venti sostenuti a 295 km all’ora. Un vero e proprio mostro scatenato, di categoria 5 nella scala Saffir, la più alta e pericolosa. Per fortuna, se i modelli elaborati ieri verranno confermati, il centro di Irma dovrebbe passare a nord della costa settentrionale dell’arcipelago cubano.

Ma questo non significa che il territorio dell’isola non sarà investito da questa bomba metereologica: gli effetti dell’uragano – venti sui 200 km/ora, piogge torrenziali e forti maree – si sentiranno fino a 90 chilometri dal suo centro, quelli di tormenta tropicale fino a 250 chilometri. Il che significa venti forti e mareggiate «pericolose» colpiranno anche la costa della regione della capitale.

Le autorità hanno allertato le principali aree che corrono maggior pericolo, quelle nord-orientali, da Santiago di Cuba, fino a Ciego de Aguila. L’anno scorso l’uragano Matthew colpì duramente la zona di Baracoa, la prima città fondata a Cuba dagli spagnoli, e Guantanamo. Ed è proprio in queste zone che l’allarme è massimo. Come pure l’apprensione della popolazione che da quel disastro deve ancora recuperarsi pienamente. La regione dell’Avana dovrebbe invece subire gli effetti e i colpi di una tormenta tropicale e non di un uragano.

La Difesa civile cubana è in piena allerta ed ha protocolli prestabiliti e ben sperimentati – evacuazione delle zone più pericolose, creazione di rifugi e di scorte di acqua ed alimenti, protezione particolare per i minori e gli anziani. Non c’è per fortuna spazio all’improvvisazione e la gente in generale sa che cosa deve fare in caso di emergenza. Queste misure in passato hanno funzionato bene, evitando che vi verificasse un alto bilancio di vittime, anche se incidenti isolati – dovuti alla caduta di cavi elettrici o di “proiettili” sollevali dal vento – sono impossibili da prevedere nella loro totalità.

I cayos della zona nord dell’isola, come Cayo Coco e Cayo Santa Maria, costituiscono uno dei principali poli turistici dell’isola e sono tra quelli che potrebbero essere minacciati da Irma. Probabilmente le autorità della Difesa civile organizzeranno evacuazioni di massa verso altre zone turistiche che dovrebbero essere più sicure.

Negli hotel della capitale che sono vicini o sul litorale habanero fino a ieri mattina non si notavano particolari segnali d’allarme. La capitale, infatti, era ieri nella «fase informativa», ovvero alla popolazione si richiedeva di restare in costante contatto con i sistemi di informazione, radio e tv, e con i centri della Difesa civile. Il che significa che si attendevano le prossime ore per vedere se i modelli teorici del percorso di Irma – che indicano una “svolta” in direzione della Florida – saranno confermati o meno per prendere misure più concrete, come l’ordine di proteggere infissi, finestre , mezzi di trasport , evacuazione degli edifici a rischio, chiusura delle scuole ecc.

Da un paio di giorni però l’ansia cresce e con essa la preoccupazione di fare scorta di alimenti che non necessitino di essere messi in frigo – in occasione di tormente tropicali e uragani viene tagliata la luce per evitare il peggio – come pure candele e lampade. Altri si preparano a rinforzare finestre e porte.

Fino a ieri mattina, almeno nella capitale, non vi era però segno di affollamenti di persone nei supermercati. Sia perché appunto non si sapeva ancora quanto L’Avana sarà colpita dall’uragano, sia perché, a causa anche della crisi in Venezuela, nelle ultime settimane non era facile trovare generi alimentari diversi da quelli più comuni – pollo, wurstel, macinato di carne – che richiedono di essere conservati in frigorifero. I più preoccupati e impegnati negli acquisti erano le persone del settore turistico, che devono assicurarsi scorte alimentari per i clienti.

Differente era la situazione nei mercati agricoli, dove si è registrata una corsa a comprare alimenti basi della dieta cubana come fagioli neri, riso, ceci che non necessitano refrigerazione.

Secondo i dati dell’Istituto di metereologia Cuba, dal 1791, è stata colpita da 115 cicloni. Di questi, 14 uragani che hanno raggiunto il grado 4 della scala Saffin – venti superiori ai 200 km/ora e 16 di categoria 3 (venti tra i 170 e i 208 Km/ora).