La guerra tra Iran e Stati uniti si sposta nei Caraibi. E tira dentro l’altro nemico numero 1 della presidenza Trump, il Venezuela. Secondo il ministero degli esteri iraniano, gli Usa avrebbero spostato quattro navi da guerra nelle acque caraibiche per impedire il trasferimento di greggio iraniano a Caracas, circa 45,4 milioni di dollari di greggio in viaggio a bordo di cinque petroliere di proprietà della Repubblica islamica.

La protesta iraniana passa per una lettera indirizzata ad Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, in cui Teheran definisce le mosse statunitensi «una forma di pirateria». La scorsa settimana era stato un funzionario della Casa bianca, parlando alla Reuters, a confermare l’intenzione di prendere misure per fermare il trasferimento di petrolio. Che avviene tra due paesi duramente colpiti dalle sanzioni americane, tra cui quelle che vietano a entrambi l’export petrolifero.

Verrebbe da chiedersi perché Caracas, primo paese per riserve di petrolio al mondo, lo compri dall’Iran (primo caso di una linea commerciale tra Medio Oriente e America latina). La risposta sta nella scarsità di risorse estratte nel paese per la crisi economica interna.

Di certo c’è il premio da 15 milioni di dollari messo sul tavolo giovedì scorso dal dipartimento di Stato e da quello del Tesoro Usa per chiunque fornisca informazioni per interferire nel business iraniano.