L’uso creativo di girato preesistente, spesso amatoriale, può servirsi della materialità del cinema per condurre una riflessione sul tempo, sulla precarietà delle immagini, della memoria, della psiche. Si tratta dunque di una via per innestare uno sguardo personale nella narrazione dell’esperienza collettiva, facendo incontrare la storia sociale e l’immaginazione. Il varco di Federico Ferrone e Michele Manzolini, presentato alla Mostra del cinema nella sezione Sconfini, prosegue il lavoro già intrapreso in questo senso dai due registi con il precedente Il treno va a Mosca (2013) che ricostruiva il viaggio compiuto nel 1957 dal barbiere comunista Sauro Ravaglia, cinepresa in spalla,...