Non è stato il mondo di Alfredo Cospito a scendere in strada ieri a Roma. Del resto sarebbe stato difficile: lui, individualista convinto, ha sempre avuto una certa allergia per i cortei, le assemblee e chi fa cose del genere. Non è un mistero: le famose lettere dal carcere – rintracciabili nei blog di area anarchica e in alcune pubblicazioni dalla ridottissima circolazione ma certo non clandestine – erano tutte un’esortazione a non unirsi in collettivo e a non discutere delle azioni fatte. Casomai l’invito era a prendere spunto. Perché funziona così: non si danno lezioni, né si spiega cosa...