Scorrendo la classifica del botteghino giapponese dello scorso fine settimana, sembra di essere tornati agli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, quando i film di successo restavano in circolazione anche per anni. Al primo posto troviamo l’horror The Real Exorcist, seguito dal lungometraggio animato La ragazza del tempo del 2019, ma anche Shin Godzilla del 2016 e Birds of Prey

REVOCATO lo stato di emergenza in quasi tutto l’arcipelago, la scorsa settimina i cinema hanno cominciato infatti a riaprire, proponendo quel che hanno potuto, con la grande incognita su come cambierà ed evolverà il mondo della distribuzione cinematografica da qui in avanti. L’assuefazione allo stare chiusi in casa e ad organizzare le proprie abitudini culturali senza le visite, frequenti o meno, alle sale cinematografiche, potrebbe essere il punto di non ritorno per un certo modo di intendere il cinema. Paradossalmente le varie sperimentazioni in fase di distribuzione provate in questi mesi anche in Giappone – dove è bene ricordare non è mai stato dichiarato il lockdown ma le persone hanno potuto uscire abbastanza liberamente – potrebbero nei prossimi mesi dare luogo ad un effetto boomerang. La visione di film in streaming è infatti cresciuta esponenzialmente, soprattutto di film indipendenti che di solito avrebbero ricevuto una minima distribuzione solo attraverso le piccole sale. Benché le varie manifestazioni di sostegno al mondo del cinema indipendente si siano rivelate un discreto successo, molte di queste, grazie all’offerta streaming appunto, potrebbero aver favorito il definitivo passaggio ad un metodo di fruizione dei film da casa. Certo il film nella sala è un’altra cosa e l’esperienza comunitaria della visione non è riproducibile fra le mura domestiche, ma questo vale soprattutto per chi in Giappone abita nelle grandi città – Tokyo ed un paio di altre – dove c’è ampia scelta, ma non per chi sta in periferia o nelle campagne.

L’ALTRA grande incognita è se e come gli spettatori ritorneranno nelle sale: al momento guardando i tabulati dei cinema online, sembra di stare davanti a scacchiere bicolori. Per mantenere le distanze sociali di sicurezza infatti, ci si può sedere solo con un posto vuoto fra uno spettatore e l’altro, sia a destra e a sinistra, che davanti e dietro.

PROBABILMENTE le prime risposte a tutti questi dubbi arriveranno fra giugno e agosto, tre mesi che di solito in Giappone rappresentano il secondo periodo dell’anno in cui si concentrano gli incassi cinematografici, in concomitanza con le vacanze estive delle scuole (luglio/agosto). Non è un caso che i maggiori film di animazione siano programmati proprio per questo periodo: andare al cinema con la famiglia o con i propri amici per vedere i lavori dello Studio Ghibli è stata per decenni una vera e propria tradizione nell’arcipelago, recentemente sostituita dai film di Makoto Shinkai o Mamoru Hosoda. Al momento in cui scriviamo, molte delle grandi uscite programmate per la primavera o l’estate sono in stato di sospensione: il lungometraggio che doveva celebrare i 50 anni di Doraemon ad esempio, o l’ultimo film dedicato al Detective Conan, ma la lista è lunghissima. I prossimi mesi saranno decisivi anche perché i sostegni economici assegnati dallo stato alle sale medio piccole finiranno, e se il flusso di spettatori non ritornerà ai livelli pre pandemia, molte saranno costrette a chiudere i battenti.

RITORNANDO ai lungometraggi, se i film indipendenti possono permettersi di tentare la strada della distribuzione alternativa – ricordiamo di sfuggita il fenomeno del V-cinema negli anni ’90, il cinema distribuito direttamente in videocassetta – questa non sembra una strada percorribile per le grandi produzioni, almeno per ora. A tutto questo si aggiunga il fatto che le scuole, rimaste chiuse praticamente due mesi fra aprile e maggio, in estate chiuderanno solo per due settimane ed il quadro generale della situazione si complica ulteriormente. In questo mare di incertezze uno dei pochi punti saldi rivelatosi in questo periodo di crisi è l’amore per il cinema nelle sale, dimostrato da un ristretto ma «rumoroso» numero di appassionati con donazioni e segni di solidarietà per le piccole sale indipendenti. Se crollerà il sistema cinema giapponese, questo potrebbe essere un primo blocco da cui ripartire.