Crescono senza sosta, a ritmo ormai esponenziale, i crimini dell’ultradestra tedesca. L’ultimo rapporto sui «reati a sfondo politico» presentato ieri dalla ministra dell’Interno, Nancy Faeser (Spd), dimostra – soprattutto – come la repressione contro il bubbone neofascista si sta rivelando tutt’altro che vincente.

In totale nel 2023 in Germania si sono registrati oltre 60.000 casi; per il quarto anno consecutivo sopra la soglia-limite di 50.000. In cima alla lista, i reati commessi dai neonazi: 28.945 significa 23% in più rispetto ai 12 mesi precedenti con la violenza aumentata fino a 714 feriti. Aggressioni squadriste – come il recente agguato a Dresda al candidato Spd alle Europee in Sassonia, Matthias Ecke, reo di appendere manifesti sgraditi ai nazi – ma anche esibizione di simboli vietati e slogan razzisti.

«L’estremismo di destra resta la più grande minaccia per i tedeschi» ripete la ministra Faeser supportata dalla controprova: i casi a sfondo politico messi in conto all’area di sinistra sono “appena” 7.800, seppure 900 in più rispetto al 2022.

«Azioni per distruggere la nostra libera e la dignità umana, contro la democrazia» scandisce Faeser sottolineando la gravità del virus nero che nessuno pare in grado di debellare. Fallita la prevenzione politica, inefficace la repressione della polizia, insufficiente l’intelligence di tre servizi segreti, spetta alla magistratura il contrasto almeno sotto il profilo giudiziario.

Ieri a Francoforte è iniziato il processo contro il gruppo terrorista orbitante intorno ai Cittadini del Reich (Reichsbürger) capeggiato da Enrico XIII principe Reuss col sangue virato dal blu (è cugino di secondo grado dell’ex regina Beatrice d’Olanda) al nero del golpe per rovesciare il governo Scholz.

Colpo di stato certamente folle eppure per niente fantastico dato che era prossimo alla fase operativa: nel giorno di San Nicola un gruppo armato di ex soldati della Bundeswehr avrebbe assaltato il palazzo del Reichstag per arrestare deputati e ministri federali. Tra gli accusati, l’ex parlamentare di Afd, Birgit Malsack-Winkelmann. «Gli imputati non sono strani tipi innocui bensì sospetti pericolosi terroristi. Finalmente i presunti capi della cellula terroristica dei Reichsbürger rispondono in tribunale. Andremo avanti finché non li avremo disarticolati completamente» tuona la ministra Spd.

Poco si può fare invece, legalmente, contro l’ultradestra istituzionale in doppiopetto rappresentata ormai in tutti i Parlamenti locali. Pochi giorni fa il deputato di Afd, Bjorn Höcke, leader della corrente ultradestra, è stato condannato dal tribunale di Halle a pagare 13.000 euro di multa per aver arringato i militanti al suo comizio in Turingia con uno slogan proibito.

Il procuratore capo Benedikt Bernzen non si è bevuto le scuse da finto-ignorante di Höcke: «Come insegnante di Storia sapeva benissimo come “Tutto per la Germania” fosse una frase utilizzata nella Germania nazista».