Alla fine è stato deciso, l’obbligo vaccinale contro il Covid in Austria ci sarà. Entrerà in vigore dal 1 febbraio. Lo ha dichiarato domenica il cancelliere Karl Nehammer presentando la seconda bozza di legge che verrà discussa e votata in parlamento giovedì. Annunciato già due mesi fa, nelle ultime settimane si sono sollevati molti dubbi anche di scienziati sull’opportunità dell’obbligo.

La prima bozza ha ricevuto il record di oltre centomila commenti e valutazioni da organizzazioni e cittadini che sono pubblicati sul sito del parlamento. Il governo di coalizione tra popolari (Oevp) e Verdi ha coinvolto anche l’opposizione di socialdemocratici (Spoe) e Neos, contraria l’ultradestra Fpoe.

L’obbligo riguarda i residenti in Austria a partire dai 18 anni, esclusi sono i guariti da meno di sei mesi, le donne incinte, chi ha ragioni di salute e in via eccezionale anche chi ha problemi psichici gravi come ansia da certificare da perizia psichiatrica. Quest’ultimo punto, che in teoria potrebbe anche aprire praterie, dovrà essere ancora specificato in dettaglio, come del resto anche altri non chiari.

In ogni caso per certificazioni false i medici verranno puniti con una sanzione di 3.600 euro. Colpisce il fatto che l’obbligo vaccinale non è richiesto in tutti gli ambiti, quello più importante ne rimane completamente escluso, il lavoro. Nei luoghi di lavoro infatti rimane in vigore la regola delle tre g (geimpft, genesen, geteste, ossia: vaccinato, guarito, testato), per garantire a tutti il diritto al lavoro e più pragmaticamente, per evitare di subire carenze di personale. Da questo punto di vista i no vax austriaci hanno la vita più facile di quelli italiani.

La legge verrà introdotta in tre fasi. La prima che va fino al 15 marzo è concepita in maniera dialogica verso la vasta area di chi ancora non si è vaccinato. Si tratta del 26% della popolazione che non ha avuto neppure una dose, il 70,2% ne hanno avuto due, solo il 45,7% anche la terza dose. Non ci saranno controlli e multe, ma campagne di informazioni e sensibilizzazione. Dal 16 marzo la seconda fase prevede controlli a campione con multe fino a 600 euro, che possono diventare 3.600 nel caso di rifiuto a pagare o nel caso di ricorso in tribunale. Se c’è la disponibilità a vaccinarsi entro due settimane la multa verrà cancellata.

Il primo aprile scatterà, se necessaria, la terza fase di controllo capillare tramite il registro dei vaccinati che ancora deve essere elaborato come ha ammesso la società responsabile Elga.

La necessità di un controllo capillare dipenderà da una nuova valutazione e monitoraggio della situazione epidemiologica e della validità dei vaccini. L’obbiettivo è raggiungere il 90% di vaccinati, in questo caso l’obbligo decadrà.