«Frontex ha fatto tutto ciò che poteva e doveva in questa situazione. Purtroppo non è stato sufficiente». Per la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson il comportamento dell’agenzia Ue per il controllo delle frontiere esterne è stato regolare. Quando la sera di sabato 25 febbraio il suo aereo Eagle 1 ha avvistato il caicco era «sotto comando italiano» rivela Johansson.

Ha seguito il barcone fino a quando è dovuto rientrare per mettere carburante, inviando tutte le informazioni alle autorità italiane. «Tutto ciò che hanno visto le telecamere è andato direttamente al centro di Roma che ha potuto vedere esattamente la stessa cosa», ha aggiunto. La commissaria ribadisce la versione secondo cui il barcone non si trovava in pericolo imminente, almeno durante il monitoraggio, ma aggiunge che la scelta di trattare il caso come un’operazione di polizia invece che di ricerca e soccorso non è di Frontex: «A questo deve rispondere l’Italia», ha detto Johansson.

Intanto a Cutro le vittime accertate sono diventate 72. Ieri in Austria è stato arrestato un curdo con l’accusa di essere il quarto scafista.