La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta sul suicidio di Jordan Tinti, il trapper 26enne di Bernareggio (Monza) conosciuto come Jordan Jeffrey Baby, trovato impiccato nella notte tra l’11 e il 12 marzo nella sua cella del carcere pavese Torre del Gallo, con a fianco una lettera per i familiari. Il reato ipotizzato nell’inchiesta coordinata dal pm Alberto Palermo è, al momento, di omicidio colposo a carico di ignoti, in attesa dei risultati dell’autopsia. Il padre del trapper ha sollevato per primo dubbi sul suicidio di Jordan Jeffrey Baby, che però aveva già tentato due volte di togliersi la vita (l’ultima volta nel febbraio 2023) e che era tornato da poco in carcere dopo alcuni mesi passati in una comunità terapeutica da cui era stato espulso per aver violato le regole interne. Secondo l’avvocato di famiglia Federico Edoardo Pisani, ci sarebbero «fondati dubbi che si sia trattato di un atto volontario, ci sono diverse anomalie», motivo per il quale il legale intende depositare una querela per chiedere di indagare «ad ampio raggio» per verificare se si sia trattato «di un’istigazione al suicidio, di un omicidio colposo o in altra forma».

Certo è che il giovane, condannato in primo grado nel 2023 per rapina ai danni di un operaio nigeriano con l’aggravante dell’odio razziale, commessa insieme al trapper romano Traffik (accusa riqualificata in Appello in violenza privata), era recluso nella sezione protetti. Doppiamente controllato, perché recidivo nel tentativo di suicidio, e perché in preda da tempo ad una grave depressione aggravata dalla detenzione e da due presunti episodi di violenza su cui sono ancora aperte le indagini. A questo proposito, ieri si è aperto a Pavia il processo a Gianmarco Fagà, in arte Traffik, denunciato da J. J. Baby per maltrattamenti. Jordan Tinti aveva anche denunciato un altro detenuto per abusi sessuali, e il suo legale si è opposto alla richiesta di archiviazione da parte della procura. In questa situazione, come afferma l’avvocato Pisani, effettivamente prima di tutto «bisogna chiedersi perché Jordan era ancora in carcere a Pavia».

Un istituto, quello di Torre del Gallo, che è da tempo in emergenza per il sovraffollamento (giunto a febbraio al tasso di 126%, con 650 persone a fronte di 515 posti disponibili) e per la carenza di personale. E, come riferisce Antigone che lo ha visitato nell’ottobre scorso, alcuni reparti sono «infestati dalle cimici» e contengono molti detenuti con elevata «fragilità psichica».