«Il governo Meloni ha avuto un sorprendente moto di pietà e umanità per la giovane vittima, ma analogo sentimento non è valso per gli oltre 900 migranti sbarcati nell’ultimo anno a Ravenna, tra i quali donne in gravidanza bambini e neonati, costretti a un ulteriore viaggio di migliaia di chilometri a causa della distanza tra il luogo di salvataggio e l’approdo». Lo ha detto ieri Michele De Pascale sindaco dem del capoluogo romagnolo dove il Viminale avrebbe voluto spedire la Sea-Watch 5. A bordo, oltre ai 51 naufraghi tratti in salvo, la salma di un 17enne per cui non c’è stato nulla da fare, morto verosimilmente per i fumi del motore del barcone su cui viaggiava sottocoperta.

Alla fine la nave umanitaria ha potuto attraccare a Pozzallo nella notte tra giovedì e venerdì. Sono sbarcati tutti lì. Poche ore prima le autorità italiane avevano fatto dietrofront rispetto all’assurda pretesa di costringerla a una traversata così lunga, con un cadavere sul ponte. A Ravenna la procura aveva già annunciato l’apertura di un’inchiesta per omicidio, mentre il Comune si era messo in moto per organizzare i funerali del ragazzo. A Pozzallo il sindaco Roberto Ammatuna ha definito «inverosimile» la scelta iniziale del governo di spedire la nave in Emilia-Romagna. E ha aggiunto: «Siamo appena agli inizi di un’altra stagione estiva degli sbarchi».

Ieri a Lampedusa gli arrivi via mare sono stati 5, per un totale di 234 persone. Il corpo privo di vita di un signore pakistano è stato recuperato sugli scogli dell’isola. «Ha avuto un infarto», ha raccontato disperato un parente che viaggiava con lui.