Con Nicola Fratoianni eletto per la terza volta segretario, si è concluso domenica a Perugia il congresso di Sinistra italiana. Il partito ha affrontato una discussione che attraversa e intreccia tre livelli. Intanto, quello di guadagnare una migliore strutturazione interna, dopo la fase dell’emergenza e la sfida per la sopravvivenza vinta ha eletto l’assemblea nazionale e adesso dovrà definire la direzione nazionale e la segreteria. Nel frattempo, Nichi Vendola è stato eletto per acclamazione presidente del partito.

«Non possiamo abbandonarci alla depressione, al rimpianto o alla nostalgia – ha detto Vendola nel suo intervento – Questo è tempo di tornare a casa per rimetterci in cammino». Il concetto è stato espresso dallo stesso Fratoianni nel corso della sua relazione, usando a pretesto Mend Piece, opera d’arte contemporanea interattiva che si trova esposta al Moma di San Francisco: su un tavolo sono collocati diversi cocci bianchi e gli avventori sono invitati a utilizzare quei pezzi per inventarne altri invece che ricomporre l’oggetto originario. «Abbiamo superato l’idea che bisogna ricostruire quello che c’era prima – spiega il segretario da Montecitorio mentre si vota per l’ennesima questione di fiducia – E che bisogna rimettersi in cammino».

Da qui si arriva al secondo livello affrontato dal congresso: il ruolo di Sinistra italiana nel rapporto con le altre forze di opposizione. «Dobbiamo smettere di parlare in forma astratta di ‘alternativa’ e porre temi concreti», prosegue Fratoianni. Ecco perché ha lanciato l’idea di una manifestazione unitaria per il salario minimo e contro autonomia differenziata e premierato. Raccogliendo consensi alterni. «Insisto sulla proposta – dice oggi – Ci lavoreremo, andremo avanti, proporremo di definire date e modalità per una mobilitazione unitaria». Su questo ha Luciana Castellina, a Perugia, è stata forse ancora più netta: «Vogliamo costruire un fronte più largo per combattere la vergogna di avere un governo fascista nel paese che è stato quello del più forte partito comunista in Occidente».

Infine, il terzo livello: le elezioni europee di giugno 2024 che a più riprese nel dibattito congressuale sono state indicate come momento decisivo per le sorti dell’Ue e delle sue articolazioni nazionali. La sfida per Si, che conferma la scelta di fare le liste con Europa Verde, è superare la soglia di sbarramento del 4%. A questa prospettiva è legata la necessità di allargarsi ai soggetti della sinistra civica ed ecologista sparsi in giro per il paese e rimasti senza una casa politica. Dopo il passaggio dell’incontro romano del prossimo 5 novembre, diverse assemblee nei territori segneranno l’ingresso nella campagna elettorale vera e propria. E chissà che il neo-presidente Vendola, se nel frattempo dovesse essere assolto al processo d’appello sulla vicenda dell’Ilva che lo vede accusato del reato di concussione aggravata, non decida di essere della partita.