Sulla scia delle proteste per il massacro in corso a Gaza che dilagano negli atenei italiani, la comunità studentesca di Palermo segna una prima vittoria. Lo scorso mercoledì 15 maggio, in seguito a un nutrito corteo pacifico partito all’interno dell’università e proseguito fino a palazzo Steri, sede del rettorato, i collettivi si sono confrontati con il rettore Massimo Midiri.

IL RETTORE si è impegnato a non stringere altri accordi con Israele finché la Palestina sarà sotto occupazione e non verrà garantito il diritto al ritorno nei territori del ’48. Il riferimento è all’unico accordo che l’università di Palermo ha stipulato con l’università Afeka di Tel Aviv, riguardante la mobilità studentesca. Incalzato dalla richiesta di immediata interruzione di quest’ultimo, prima della sua naturale scadenza a fine anno, il rettore promette la discussione della richiesta in questione alla prossima seduta del senato accademico. È in tale sede, dove prenderà parte una delegazione degli studenti, che si esaminerà inoltre la delicata posizione di Antonello Miranda, docente di diritto privato comparato e membro di Med-Or, fondazione culturale di Leonardo SpA, il principale produttore di armamenti in Europa. Gli studenti, dopo forti insistenze sulla necessità di prendere posizione nei confronti di Leonardo, hanno ottenuto parole di chiara apertura per un approfondimento delle relazioni che intercorrono tra l’azienda e l’università stessa.

DA UN PUNTO di vista accademico, oltre all’istituzione di borse di studio annesse a percorsi specifici per gli studenti palestinesi, il rettore, caldeggiato da una rappresentanza dei docenti che già nei giorni precedenti aveva dimostrato solidarietà alla acampada, garantisce l’istituzione di tavoli di dibattiti con accademici sul tema dell’islamofobia. Nelle parole del rettore «è la cultura il migliore strumento che avete a disposizione».

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I membri del Collettivo scirocco e della sezione locale dei Giovani palestinesi si sono dichiarati soddisfatti per le concessioni ottenute ma hanno annunciato la continuazione della mobilitazione in attesa della concretizzazione delle scelte. In un generale clima di criminalizzazione delle proteste, l’apertura a nuovi possibili scenari e il sincero ascolto da parte del rettore rappresentano un punto di svolta.

IL SUCCESSO è un primo passo verso un rapporto di fiducia all’interno di una comunità accademica che riconosca come interlocutori primari e non come semplici soggetti passivi i suoi studenti. È questo forse uno dei primi casi in cui un rettore non solo non osteggia le rivendicazioni dal basso provenienti dalle studentesse e gli studenti, ma, al contrario, le ritiene legittime perché legittimo è il dissenso che ne sta alla base. Il rettore Midiri ha promesso che mai i manganelli entreranno dentro l’università di Palermo.