Oltre le sbarre per dare scacco al re e andare verso una nuova vita con maggiore consapevolezza. Meditare a lungo prima di fare una mossa che può compromettere il risultato di una partita è una qualità che i detenuti affinano in carcere tramite la scacchiera, metafora di una vita che oltre le sbarre non ammette mosse avventate. L’esercizio mentale quotidiano con una scacchiera davanti allo schermo richiede di valutare le conseguenze di una mossa, sapendo che dall’altra parte a distanza di chilometri c’è un altro detenuto che cerca di metterti in difficoltà e vuole vincere. È un allenamento mentale che rappresenta non solo uno stimolo per il sistema nervoso, ma anche l’abitudine a prendere decisioni dopo aver valutato tutte le ipotesi e le relative conseguenze.

Se la scacchiera è metafora della vita e forse per alcuni aspetti anche maestra di vita, la mossa sbagliata all’interno di una partita di scacchi consente all’avversario di chiudere la partita e tutto resta nell’ambito ludico, se, invece, la mossa sbagliata porta nella cella di una prigione il prezzo è alto e si paga in prima persona. Tra qualche giorno a far vivere a chi abita le prigioni due giornate ludiche all’insegna della competizione sarà proprio la scacchiera on line.

Un’evasione mondiale

I detenuti di tutto il mondo, infatti, potranno partecipare ai campionati mondiali di scacchi on line, promossi dalla Federazione internazionale degli scacchi (Fide), la competizione si svolgerà il 13 e 14 ottobre, la partecipazione è gratuita. La competizione scacchistica mondiale è riservata a squadre di uomini, donne e giovani al di sotto dei 20 anni (per tutte le informazioni:chessforfreedom.fide.com/ ) e rientra nel programma delle più ampie iniziative promosse in occasione della Giornata internazionale dell’Educazione nelle carceri. Ogni squadra può essere costituita da quattro giocatori, ma il numero delle riserve pronte a subentrare è illimitato, mentre ogni Paese può essere rappresentato da un massimo di tre squadre (per l’Italia al momento in cui scriviamo si è iscritta solo la squadra del carcere di Spoleto). Alla competizione internazionale di ottobre risultano finora iscritti i detenuti delle carceri di Argentina, Armenia, Australia, Bosnia ed Erzegovina, Colombia, Repubblica Ceca, Ecuador, Inghilterra, Germania, India, Kirghizistan, Mongolia, Macedonia del Nord, Norvegia, Isole Turks e Caicos, Filippine, Serbia, Sud Sudan, Spagna, e Stati Uniti.

Scacco all’ansia

L’idea di promuovere un campionato mondiale di scacchi è nata durante la pandemia del Covid-19, quando i detenuti della Contea di Cook (Chicago) si cimentarono in un torneo interno on line di scacchi, su iniziativa dello sceriffo della Contea, appassionato di scacchi, che aveva notato un aumento esponenziale dell’ansia tra i detenuti a causa del Covid. Durante la pandemia sperimentò che impegnare per ore i detenuti innanzi alla scacchiera attenuava i loro stati di ansia. Di qui la proposta alla Federazione scacchistica internazionale, presieduta dal russo Arkadij Dvorkovic, da poco rieletto, che l’anno scorso ha promosso in via sperimentale il primo campionato internazionale e sulla base dell’esperienza del 2021 a ottobre si svolgerà il secondo appuntamento scacchistico on line su scala mondiale riservato ai detenuti.

Maestri in carcere

In alcuni paesi, come le Filippine, che ai mondiali dell’anno scorso si è classificata al quinto posto, in numerosi penitenziari i detenuti oltre a leggere libri di approfondimento sulle tattiche e tecniche scacchistiche, si sono avvalsi della presenza di maestri di scacchi riconosciuti sul piano internazionale come Shrihaan Poddar e Winston Silva, per migliorare il loro livello di gioco, un’esperienza che ha visto protagonista in particolar modo l’istituto penitenziario di General Santos City a South Cotabato, nelle Filippine. Anche negli istituti penitenziari dell’India si sono svolti tornei per selezionare i migliori detenuti scacchisti per rappresentare il proprio paese ai mondiali di ottobre.

In Italia a promuovere gli scacchi in alcuni istituti di pena tra i quali quello di Spoleto è stato l’istruttore Mirko Trasciatti che tra il 2015 e il 2018 ha tenuto varie lezioni e oggi prepara i detenuti della città umbra che parteciperanno ai mondiali di ottobre: «Gli scacchi non sono solo passione e hobby ma rappresentano un potente strumento di aggregazione sociale. Nelle carceri ci sono detenuti di varie etnie e lingue, che si contrappongono tra loro lasciandosi andare spesso a considerazioni razziali, ma davanti alla scacchiera non esistono discriminazioni. Ho visto detenuti parlare di scacchi con le guardie carcerarie e cercare di risolvere insieme a loro degli esercizi».

Diamoci una mossa

Sulla base dell’esperienza avviata nel carcere di Spoleto, tra il 2015 e il 2022 anche nel carcere di massima sicurezza di Terni e poi di Pesaro-Urbino alcuni detenuti si sono avvicinati al gioco degli scacchi fino a prendere parte a un vero torneo. Naturalmente la fantasia di chi è dietro le sbarre non conosce limiti, la squadra del carcere di Foligno è ricorsa all’ironia e si è data il nome «Diamoci una Moss». I detenuti di Foligno partecipano al campionato nazionale a squadre di serie C promosso dalla Federazione italiana scacchi del Coni e quando le distanze lo permettono nelle partite casalinghe ospitano gli avversari, che sono liberi cittadini, come è avvenuto nell’incontro con gli scacchisti di Viterbo che hanno intitolato la loro squadra a Bobby Fischer.

Gli occhi dei detenuti appassionati di scacchi sono puntati tutti sulla contea di Cook a Cicago, dove la Federazione scacchi internazionale ha allestito il centro per l’organizzazione dei mondiali, che il 13 e 14 ottobre si potranno seguire interamente sul canale You Tube della Fide.