«Renzi conferma le scelte fatte dal ministro Minniti per quanto riguarda l’immigrazione, scelte che noi critichiamo fortemente. Quindi la distanza tra noi e il Pd resta enorme. Ma come radicali crediamo nel dialogo, quindi per ora non chiudiamo nessuna porta. Sia chiaro però che non abbiamo fatto nessun accordo con il Pd». Fedele alla tradizione del suo partito, il segretario dei Radicali italiani Riccardo Magi si definisce «testardo» nel voler si confrontare con il partito di Renzi prima di dare per persa ogni possibilità di dialogo. Anche su temi particolarmente caldi come, per l’appunto, l’immigrazione.

 

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L’alto commissario Onu per i diritti umani torna a criticare pesantemente gli accordi con la Libia.

Parla di una situazione catastrofica per i diritti umani in Libia. L’Onu dice qualcosa di importante, che dovrebbe dare un messaggio alla politica: ovvero che il sistema di detenzione è irrecuperabile, quindi non si tratta di migliorare le condizioni dei centri di detenzione, che sono dei veri e propri lager, bensì di cercare misure alternative, cioè misure legali di ingresso, e di decriminalizzare l’immigrazione. Bisogna intervenire subito evacuando dalla Libia donne e bambini attraverso canali umanitari e garantendo la protezione internazionale a chi ne ha diritto. ma serve anche un intervento del legislatore nazionale per modificare la nostra normativa, a partire dalla legge Bossi-Fini, a nostro giudizio il primo strumento di governo che ha dimostrato di essere sbagliato.

Lunedì avete incontrato il segretario del Pd Matteo Renzi per discutere sulle possibilità di una futura coalizione. L’immigrazione era e resta per voi una discriminante.

Abbiamo descritto a Renzi la situazione della Libia esattamente negli stessi termini con cui ne ha parlato l’Alto commissario dell’Onu. Quindi il nostro giudizio è stato chiaro e netto. Ma abbiamo parlato anche di tutta quella parte che a nostro avviso è mancata negli ultimi due governi, cioè quella relativa all’integrazione. Poi abbiamo visto che nel pomeriggio Renzi ha confermato la linea Minniti, quindi da questo punto di vista c’è una distanza enorme.

Questo mette fine a ogni possibilità di coalizione?

Guardi, al di là delle fantasticherie di alcune ricostruzione della stampa non è stato siglato nessun patto elettorale. Noi siamo andati parlare di quello a cui stiamo lavorando, cioè la promozione di una lista federalista europea che metta al centro gli Stati uniti d’Europa e il rilancio dell’integrazione europea e altre grandi questioni come la difesa comune, il welfare o il controllo comune delle frontiere esterne dell’’Europa per governare i flussi migratori. Solo così si fronteggiano i nazionalismi. Ma abbiamo chiesto un impegno molto chiaro sul fatto che la legislatura non deve finire dopo l’approvazione della legge di stabilità ma c’è tempo, se c’è la volontà politica, di approvare due provvedimenti importanti come lo ius soli e il testamento biologico. Ma vorrei aggiungere una cosa.

Prego.

A Renzi abbiamo fatto notare come questa legge elettorale ci penalizzi fortemente, imponendo solo a noi di raccogliere le firme per presentare la lista. Guardi che non è una questione che riguarda solo noi, è un problema di democrazia.

Però non ha risposto alla mia domanda. Il fatto che Renzi abbiamo confermato al politica di Minniti sull’immigrazione, mette fine a ogni possibilità di coalizione con il Pd?

No, vogliamo continuare a dialogare anche per verificare la possibilità e la volontà di mettere in atto politiche diverse sull’immigrazione. Qui ci si deve confrontare tra chi crede che l’immigrazione si governa alzando i muri e chi invece crede che servano regole per far entrare queste persone. E’ chiaro che questa situazione non è più sostenibile neanche per il Pd. Vedremo cosa verrà fuori. Se ci sarà una chiusura netta la valuteremo.

Che il Pd si dica d’accordo con voi su ius soli e testamento biologico è facile. Renzi vi ha almeno spiegato come intende muoversi per far approvare le due leggi?

No, noi gli abbiamo chiesto di fare l’impossibile e c’è stata una disponibilità, confermata subito dopo anche dal capogruppo alla Camera Rosato. Il Pd dovrebbe avere il coraggio politico di sfidare gli altri e avrebbe tutto da guadagnare anche in termini elettorali.