«Sono convinta che vinceremo». Elly Schlein chiude la battaglia d’Abruzzo del Pd in piazza Unione a Pescara, davanti ad un migliaio di persone, e sfida la scaramanzia. Con lei ci sono Stefano Bonaccini e l’aspirante governatore Luciano d’Amico. Salgono sul palco al ritmo di Italodisco dei The Kolors, un inedito per i dem, la segretaria canta a squarciagola. Tocca a Bonaccini andare all’attacco del collega di Fdi Marsilio, per dirgli che «io non ho mai chiesto ai ministri di venire a fare promesse mirabolanti a pochi giorni dal voto». «Evidentemente non sono sicuri del lavoro che hanno fatto. Vedo in loro un nervosismo ai limiti dell’arroganza, e questo di solito colpisce chi è preoccupato per il risultato».

E del resto, ricorda il presidente emiliano, «l’Abruzzo è la cassaforte della destra, qui nel 2019 hanno eletto il primo governatore di Fdi. Pensavano di vincere di 20 punti, ora li vedo nervosi: i ministri bisogna farli venire durante i 5 anni, per fare in modo che alla fine ci siano dei fatti da presentare agli elettori». Bonaccini registra «un clima di fiducia e Speranza»: «Si può vincere anche qui, e sarebbe un altro segnale molto preoccupante per la destra al governo». Certo, c’è anche l’unità ritrovata del Pd, che qui non mostra crepe: «La nostra unità è la premessa per vincere: non vogliamo tornino le stagioni in cui nel Pd ci si faceva la guerra e dalle nostre divisioni vinceva la destra».

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Schlein anche ieri non si è risparmiata: ha visitato una discarica, poi le è stato vietato l’ingresso all’ospedale di Popoli, dove aveva previsto una visita, per decisione del dirigente sanitario. E poi ancora a Pescara, dove prima del comizio finale ha incontrato una serie di comitati furiosi col sindaco Masci di Forza Italia: alle piscine Naiadi ha ironizzato contro Marsilio che aveva fatto il tuffo di inaugurazione, ma poi il plesso è stato chiuso, anche a causa dell’acqua gelida: «Dopo due settimane hanno messo i sigilli alla struttura: un’altra prova della propaganda e dei fatti zero della giunta regionale», l’affondo della leader Pd. Che poi si è rivolta al sindaco di Pescara: «Ci vuole del talento per scontentare tutti…». Ai comitati, che protestano anche contro la nuova sede della giunta regionale, ha detto: «Mi avete dato un esempi di come vorrei che fosse il Pd: aperto, coerente, generoso e umile”.Dal palco altre lodi al candidato D’Amico e al Pd locale, «che è un esempio per noi», visto che ha costruito una coalizione larghissima e ha azzeccato il candidato.

La sanità è in cima a tutti gli impegni. E D’Amico ammette di voler seguire l’esempio emiliano: “Il mio obiettivo è quello di avvicinare l’Abruzzo al modello che c’è da Bonaccini”. Il candidato, che oggi chiude a L’Aquila con Todde, (nelle stesse ore in cui Marsilio sarà affiancato dai governatori di destra di Lazio, Molise, Abruzzo e Marche) ha ribadito di voler «liberare gli abruzzesi dalla povertà» e ha rilanciato uno dei suoi cavalli di battaglia: «Creare le condizioni perché i giovani non se ne vadano: ogni giorno l’Abruzzo perde 22 abitanti, dobbiamo fare in modo che qui ci sia lavoro sicuro e non precario e servizi per chi vuole mettere su famiglia». in fondo, dice D’Amico, la famiglia, o meglio «le famiglie come nuclei di affetti non sono un valore della destra. Su questo faremo una legge regionale contro ogni discriminazione».

Tra i valori da recuperare, anche il dirsi cristiani, nel senso di «mettere al centro la pace e non lasciare morire le persone in mare». Oggi nuovo round di ministri per Marsilio: arriva il titolare della Cultura Sangiuliano, per presentare«“i progetti culturali inseriti nell’accordo sui fondi di coesione». Un altro mega spot. Ieri è stato il turno di Lollobrigida: «Questa è una terra di produzioni eccezionali che era stata messa ai margini. Grazie a Marco le cose sono cambiate…».