Domenica 13 febbraio si sono tenute elezioni regionali nella Castiglia e León, una delle diciassette comunità autonome della Spagna. Erano anticipate (si era votato l’ultima volta nel 2019) per la decisione dell’attuale presidente Alfonso Fernández Mañueco, del Partito Popolare (Pp), di metter fine al governo locale di coalizione formatosi nel 2019 con Ciudadanos (Cs).

L’OBIETTIVO DEL PP era di tornare alle urne e rafforzarsi, approfittando della perdita di consensi di Cs e contando sul fatto che la Castiglia e Leon è un suo feudo da 35 anni. L’idea era seguire le orme di Isabel Díaz Ayuso, la presidente della Comunità Autonoma di Madrid (anche lei del Pp) che nel maggio dello scorso anno ha fatto il pieno di voti alle elezioni regionali anticipate con la stessa strategia, sbarazzandosi dell’ex alleato di governo, Cs, e rafforzandosi. Le cose però sono andate diversamente per il principale partito della destra spagnola, che non ha ripetuto il «trionfo» di Ayuso e non potrà governare da solo.

Il Pp ha vinto ottenendo il 31,4%, ma avrà bisogno di Vox, il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal, che ha ottenuto il 17,6% e ha triplicato i consensi in tre anni, passando da un deputato regionale a tredici. Forte dell’evidente crescita, Vox stavolta non accetterà di limitarsi a un appoggio esterno al Pp, come sta facendo dal 2019 in altre realtà locali spagnole.

Santiago Abascal è stato chiaro nella notte di domenica, chiedendo un vicepresidente. Il Pp quindi non solo non riesce a raggiungere il suo obiettivo principale, cioè governare in solitario come aveva fatto dal 1987 al 2019 in questo suo feudo, ma si ritrova con un Vox triplicato alla sua destra, e indispensabile.

NE ESCE MALCONCIO anche lo stesso leader del Pp, Pablo Casado, subentrato a Rajoy nel 2018: la sua figura torna a essere offuscata dalla carismatica presidente della regione madrilena, Ayuso, ancora forte della vittoria del maggio scorso.

I risultati del 13 febbraio, elezioni marcate da una affluenza del 63,4% (due punti in meno rispetto a due anni fa) non sono deludenti soltanto per il Pp. Il Partito socialista (Psoe), che non governa in questa regione dal 1987, ottiene sette consiglieri in meno rispetto al 2019 con un 30,05% dei voti.

A SINISTRA DEL PSOE la situazione non è per niente buona: Unidas Podemos, formazione che riunisce Podemos e Izquierda Unida e che a livello nazionale governa insieme ai socialisti, si ferma al 5%. Altro fenomeno confermato da queste elezioni è la costante perdita di consensi di Ciudadanos, che si è fermato al 4,5% e ottiene un solo consigliere (ne aveva 12).

Possono festeggiare invece le realtà della «España vaciada» (Spagna svuotata), novità di queste elezioni. Questo eterogeneo movimento, che si batte da anni contro lo spopolamento della Spagna interna e contro un modello di sviluppo che ha favorito le metropoli lasciando indietro i piccoli centri e le aree rurali e di montagna, si presentava con diverse sigle e ha ottenuto uno storico risultato nella provincia con meno abitanti di Spagna, Soria.

La piattaforma «Soria Ya!» è stata di gran lunga la forza politica più votata a livello provinciale, riuscendo a portare tre deputati nel parlamento regionale e ripetendo il successo di «Teruel Existe», altra forza della Spagna “spopolata” che nel 2019 riuscì a eleggere un deputato nel Congresso. Nota interessante è anche l’avanzata di un partito che chiede l’autonomia della antica regione di León dalla Castiglia. Ottiene tre deputati.