Appena quattro mesi fa, sotto lo sguardo compiaciuto di Ivanka Trump ‎e di suo marito e inviato per il Medio oriente Jared Kushner, Benyamin ‎Netanyahu aveva salutato con enorme soddisfazione il trasferimento ‎dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. Nelle previsioni del ‎premier israeliano il passo americano, seguito al riconoscimento fatto ‎sei mesi prima dalla Casa Bianca di Gerusalemme come capitale ‎d’Israele, avrebbe spinto altri paesi, anche europei, a fare altrettanto. ‎Ipotizzava un “effetto domino”. E due paesi, Guatemala e Paraguay, ‎furono rapidi nell’annunciare il trasferimento delle loro ambasciate a ‎Gerusalemme. Circolarono anche voci di una intenzione di Romania, ‎Repubblica Ceca, Bulgaria e Ungheria di seguire la stessa strada. E ‎invece l’effetto domino non c’è stato, la corsa a trasferire le ambasciate ‎a Gerusalemme non è mai cominciata. Anzi l’attacco di Donald Trump ‎allo status internazionale di Gerusalemme rischia di trasformarsi in un ‎boomerang per Israele. Un paese ha persino fatto retromarcia.‎

‎ Qualche giorno fa il Paraguay ha annunciato che la sua ambasciata ‎tornerà a Tel Aviv, decisione che ha provocato le ire di Netanyahu che ‎ha subito chiuso la sede diplomatica israeliana ad Asunción aprendo ‎una crisi diplomatica con il paese sudamericano. Il presidente del ‎Paraguay Mario Abdo ha difeso la decisione come parte di uno sforzo ‎per sostenere ‎«una pace ampia, duratura e giusta‎ (tra israeliani e ‎palestinesi). Il Paraguay è un paese di principi‎»‎‏.‏‎ La decisione del ‎Paraguay non è frutto di un cambiamento politico radicale ad Asunción.‎‏ ‏Abdo, entrato in carica il mese scorso, appartiene allo stesso partito ‎conservatore del suo predecessore Horacio Cartes, che a maggio aveva ‎inaugurato l’ambasciata del Paraguay a Gerusalemme. Piuttosto è un ‎‎(raro) successo della diplomazia palestinese.‎‏ ‏Il ministro degli esteri, ‎Riyad al Malki, ha incontrato Abdo due settimane fa convincendolo a ‎rivedere la decisione presa dal suo paese e a sostenere le rivendicazioni ‎palestinesi sulla zona araba della città. Applausi al Paraguay sono ‎giunti ieri dalla Lega araba e dalla Conferenza islamica. ‎