Sapremo questa mattina, durante la conferenza stampa prevista a Istanbul, quando salperà dalla Turchia la nuova Freedom Flotilla intenzionata a superare il blocco navale israeliano di Gaza e a portare aiuti alla popolazione palestinese travolta dalla crisi umanitaria causata dall’offensiva militare di Israele. Il convoglio – organizzato dalla Freedom Flotilla Coalition e un gruppo di 12 ong di Stati uniti, Turchia e Sudafrica – è composto da tre navi, due cargo con un carico di migliaia di tonnellate di medicine e generi di prima necessità, e un traghetto per centinaia di passeggeri.

Fehmi Bulent Yildirim, attivista umanitario turco e presidente della ong Ihh, ha spiegato che la flottiglia salperà per Rafah, dopo aver attraccato a El-Arish in Egitto. Tra i numerosi attivisti politici e della società civile e i rappresentanti di ong e associazioni presenti tra i passeggeri, spiccano i nomi di Zwelivelile Mandla Mandela, nipote dello scomparso presidente sudafricano Nelson Mandela, Aleida Guevara, la figlia di Che Guevara, e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau. Salirà a bordo anche un italiano, Joe Fallisi.

Ieri abbiamo raggiunto a Istanbul Huwaida Arraf, avvocata dei diritti umani e fondatrice della Freedom Flotilla e dell’International Solidarity Movement.

È del 2008 la prima missione della Freedom Flotilla, composta da due imbarcazioni con a bordo decine di attivisti, tra cui Vittorio Arrigoni. Israele le lasciò raggiungere il piccolo porto di Gaza. Le cose, in seguito, sono andate in modo diverso e drammatico. Ora dopo una pausa di alcuni anni, la Freedom Flottila tenta di nuovo di raggiungere Gaza. Ci sono differenze tra questa missione e quella di 16 anni fa?

Quella del 2008 e le successive avevano un intento essenzialmente politico. Rompere il blocco navale attuato da Israele e affermare la libertà del popolo di Gaza dall’assedio. L’attuale rappresenta sempre una sfida alla punizione collettiva che Israele attua contro Gaza, ma ha anche un concreto fine umanitario. Gaza è stata devastata dall’attacco israeliano, la popolazione è disperata, soggetta a un genocidio e a crimini di guerra. È stata gettata nella carestia. Puntiamo a consegnare acqua, cibo, medicine, abiti, tende, sacchi a pelo e altri aiuti di cui i civili hanno un bisogno immediato. Le nostre navi cargo caricheranno anche alcune ambulanze attrezzate.

Non si può non ricordare quanto accaduto nel 2010 alla Mavi Marmara e ad altre navi, assaltate e bloccate da commando israeliani. In quell’occasione 10 passeggeri turchi furono uccisi nell’arrembaggio. Non temete che Israele possa di nuovo fermare con la forza le vostre navi?

La possibilità è molto alta, ne siamo consapevoli e in questi giorni abbiamo svolto riunioni per spiegare ai passeggeri come comportarsi di fronte a un assalto in modo da evitare nuove tragedie. Siamo dei civili di tutte le età che hanno a cuore solo Gaza e come aiutare la sua gente e i palestinesi in generale. In ogni caso chiediamo ai nostri governi di impegnarsi per proteggere la flottiglia facendo pressioni su Israele affinché non usi la forza e ci lasci passare.

Le notizie che giungono in queste ore però vanno in un’altra direzione. Israele preme sulla Turchia e altri paesi affinché alla Freedom Flotilla non sia consentito di salpare. E segnala che non permetterà ad aiuti umanitari non controllati dalla sua sicurezza di arrivare a Gaza.

Si sta ripetendo quanto abbiamo visto negli anni passati, con le pressioni di Israele in particolare su Cipro e Grecia per bloccare le nostre missioni. I nostri governi restano colpevolmente immobili di fronte a Israele che non rispetta quanto è stato deciso (a febbraio) dalla Corte internazionale di Giustizia a tutela dei civili palestinesi, e che addirittura stabilisce quantità e modi per l’ingresso degli aiuti nella Striscia. Non ci lasceremo intimidire. Per noi salpare per Gaza significa anche dare voce alle tante persone comuni di ogni angolo del mondo che credono che i palestinesi abbiano un diritto pieno alla libertà e a costruire il loro futuro in dignità e indipendenza. Oltre 10mila persone ci hanno chiesto di poter salire sulle navi Freedom Flotilla e ci dispiace non averle accontentate tutte.