IDopo il giuramento del presidente di transizione Bah N’Daw e del vice- presidente, il colonnello Assimi Goita, il Mali ha il suo nuovo premier. Moctar Ouane, 64 anni, ministro degli Esteri dal 2004 al 2011 sotto la presidenza di Amadou Toumani Touré, «è stato nominato primo ministro» secondo il breve decreto letto dal vice segretario generale della presidenza, Sékou Traoré alla televisione nazionale Ortm.

Ouane è un civile come richiesto dalla Comunità economica della Comunità degli Stati dell’Africa Occidentale (Cedeao), viene considerato un uomo indipendente e in una prima dichiarazione ufficiale ha indicato quali sono le sue priorità: «L’organizzazione di elezioni trasparenti, la rifondazione dello Stato e una magistratura indipendente».

Con la sua nomina , i militari del Consiglio nazionale per la salute del popolo (Cnps), responsabili del golpe dello scorso 18 agosto, pensavano di aver aggirato l’ultimo ostacolo alle pesanti sanzioni economiche imposte dalla Cedeao.

Nonostante le aperture del capo dei mediatori, l’ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan, fiducioso per «un rapido ritorno del Mali alla normalità», la Cedeao ha posto come condizione «imprescindibile» la pubblicazione della versione finale della Carta di transizione, che include «lo scioglimento del Cnps dopo l’investitura del presidente ad interim, le responsabilità del vice-presidente in materia di sicurezza e difesa, l’impossibilità per lui di sostituire il presidente e la durata della transizione fissata in 18 mesi dal 15 settembre».

Richieste che compromettono le ambizioni del colonnello Assimi Goita e della giunta militare, che puntava ad avere carta bianca sui temi della sicurezza, della difesa, delle riforme politiche e istituzionali. Ma favorevoli al Movimento 5 Giugno (M5–Rfp) che da subito reclamava una posizione di primo piano nella transizione, visto il ruolo avuto nelle proteste popolari che hanno portato alla caduta dell’ex presidente Ibrahim Boubacar Keita.

Tensioni e polemiche tra militari e opposizioni politiche anche nella giornata di ieri, dopo la nomina di Ouane: la scelta non sarebbe ricaduta su uno dei candidati proposti dall’«M5» anche perché, denuncia uno dei leader del movimento, Choguel Maiga, la convocazione per presentare candidature è avvenuta a «giochi fatti».

«Bisognerà vedere – ha dichiarato Maiga all’agenzia Afp – che peso avremo nel nuovo governo (…) La scelta resta adesso alla giunta, che dovrà rivedere lo statuto, tenendo conto delle condizioni poste dalla Cedeao, per mettere fine alle pesanti sanzioni che stanno affamando il popolo maliano».