Nella guerra del gas, l’Europa prepara la difesa. Venerdì c’è il vertice straordinario dei ministri dell’energia a Bruxelles, il 14 il discorso sullo stato dell’Unione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Ma c’è fretta a prendere decisioni, vista l’impennata dei prezzi – ieri il gas si è di nuovo impennato, Gazprom ha confermato il blocco di Nord Stream 1 per l’ennesima “manutenzione” ritardata dai “problemi” causati dalle sanzioni, secondo Mosca, e anche il petrolio è aumentato in un giorno del 4% (a causa della decisione Opec di ridurre la produzione per timore di una recessione).

Non c’è tempo fino a 14, avverte il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, «non c’è un giorno da perdere».

Ieri Emmanuel Macron e Olaf Scholz, in una video-conferenza, hanno messo a punto una strategia comune, basata sulla “solidarietà” europea. Macron ha confermato che la Francia appoggia il tetto al prezzo del gas proveniente dai gasdotti dalla Russia, «se la Commissione lo decide», una misura «coerente con la politica delle sanzioni e della diminuzione dei prezzi».

Macron si è anche convertito all’idea di chiedere un «contributo a livello europeo» imposto ai produttori di energia che hanno fatto super-profitti. In Francia è polemica da settimane, nel governo c’era reticenza e posizioni divergenti. Macron afferma ora che è «un buon approccio», sostenuto da Francia e Germania, ma limitato nell’energia ai settori dove i costi di produzione sono inferiori a quelli di mercato. Questo malloppo dovrebbe poi essere riversato «agli stati membri» per «finanziare misure nazionali».

Non sarà un nuovo Recovery – qui pesa l’incognita del voto italiano – ma dovrebbe essere sul modello “Sure”, per aiutare imprese e lavoratori colpiti dalla crisi del caro-energia.

Francia e Germania si schierano anche a favore di «acquisti comuni» del gas, per ottenere prezzi migliori. La solidarietà europea comincia da quella franco-tedesca: i due paesi hanno annunciato ieri un accordo per finalizzare «nelle prossime settimane» le connessioni di gas «necessarie» per fornire dalla Francia gas alla Germania e dalla Germania elettricità alla Francia (il parco nucleare è in crisi, 32 reattori su 56 devono essere rimessi in condizione di funzionare, il presidente ha difeso la chiusura di Fessenheim, la più vecchia centrale).

Macron, in una conferenza stampa dopo la videoconferenza con Scholz, ha ricordato gli interventi già intrapresi da Parigi, che hanno «evitato» un aumento del prezzo del gas e dell’elettricità del 50-70%: c’è un tetto per il gas, che è rimasto ai prezzi dell’ottobre 2021 mentre l’aumento dell’elettricità è stato calmierato al 4% (e ci sono 30 centesimi di sconto per litro di benzina).

Questo sistema, che scade a fine anno, potrebbe essere riconfermato. Ma adesso Macron spiega che gli aiuti dovranno essere «mirati» per le famiglie meno abbienti. E ci dovranno essere «risposte più strutturali»: dalla «sobrietà» per tutti (meno 10% dei consumi) a «marce forzate» per le rinnovabili.

In Germania, domenica è stato varato dopo 22 ore di discussioni nella coalizione “semaforo” un piano di 65 miliardi, il terzo dall’inizio della guerra, che pesa il doppio dei primi due. C’è un tetto al prezzo per il consumo di base dell’elettricità, assegni a studenti e pensionati, un aumento significativo del numero dei beneficiari dell’assegno per la casa (da 640mila a 2 milioni), un intervento sugli assegni di disoccupazione, allo studio un nuovo programma di prezzi calmierati per il trasporto su treno.

Berlino mantiene in attività due delle tre centrali nucleari ancora esistenti, almeno fino ad aprile 2023. Anche la Germania è d’accordo per una tassazione europea sui profitti eccezionali nel settore dell’energia. La Germania avrebbe voluto un gasdotto dalla Spagna, via Francia, ma Macron ha di nuovo rifiutato l’idea (compensando con l’impegno a fornire gas a Berlino, nell’ambito della solidarietà europea): per la Francia i due gasdotti esistenti funzionano a rilento, solo al 53% di utilizzazione nel picco della crisi e i costi sono troppo alti per la costruzione di un nuovo collegamento (e adesso la Spagna importa gas, dice Macron).

La Commissione sta definendo il progetto energetico, nelle grandi linee ci sono misure di incitazione al risparmio dell’elettricità, come era già stato deciso per il gas il 26 luglio scorso. Un tetto ai prezzi all’ingrosso per le fonti di elettricità meno care (nucleare e rinnovabili), delle tariffe regolamentate per famiglie e imprese piccole e medie più precarie. Ma la Commissione è per il momento contraria a un tetto dei prezzi generalizzato per tutti al dettaglio, perché questa misura falsa il mercato secondo Bruxelles ed è troppo onerosa per gli stati.

In Europa, ogni paese corre ai ripari. La Svezia, che domenica vota per le legislative, ha deciso di versare liquidità per dare respiro alle compagnie elettriche.