Due mete per parte e i calci piazzati a fare la differenza. La sfida tra Italia e Galles nella seconda giornata del Sei Nazioni si chiude con il punteggio di 26-15 per i dragoni. E’ la diciannovesima sconfitta consecutiva degli azzurri nel torneo. Il Galles veniva dal successo in trasferta contro la Francia, gli azzurri dalla pessima prestazione di Edimburgo. Ma la squadra gallese scesa in campo all’Olimpico, con molti cambi rispetto a venerdì scorso, è sembrata la brutta copia di quella di Parigi, mentre l’Italia, dopo un pessimo inizio, ha saputo riprendersi dimostrando di poter tenere aperta la partita fino alla fine.

PER TUTTA la prima mezz’ora di gioco Parisse e compagni hanno lasciato l’iniziativa ai loro avversari. Ai gallesi sono bastati ventiquattro secondi per trovarsi nelle condizioni di aprire le segnature con il primo penalty. Il tempo necessario a Dan Biggar per indirizzare il calcio d’inizio nei 22 metri azzurri e alla nostra difesa di pasticciare, impegnandosi in un inutile raggruppamento sul quale l’arbitro fischiava un fallo. Biggar si incaricava di centrare i pali ed era 3-0 dopo meno di un minuto. Da quel momento gli uomini in rosso hanno cercato di fare la loro partita. Usando i calci tattici e aspettando gli errori di una squadra azzurra incapace di muovere palla e dare consistenza alle sue manovre. I primi trenta minuti sono stati un monologo gallese: la difesa italiana reggeva gli attacchi ma l’indisciplina nei break down le erano fatali. Altri tre calci di punizione (al 14’, 18’e 29’) di Dan Biggar consentivano al Galles di prendere il largo e portarsi sul 12-0 pur senza brillare.

L’ITALIA insisteva nel portare palla anche quando tutto consigliava di usare i calci di spostamento e raramente riusciva ad andare oltre le tre fasi di gioco prima di perdere il possesso. Un paio di break di Michele Campagnaro erano gli unici lampi di un inizio del match trascorso in trincea. Eppure non era un Galles in grado di dilagare: ogni folata offensiva si infrangeva contro una difesa azzurra che negli spazi stretti aveva spesso la meglio. E quando l’Italia si decideva a cambiare il metodo di gioco, muovendo palla e usando i calci, i gallesi andavano in difficoltà ed arrivava la meta di Abraham Steyn, dopo una touche nei 5 metri e una serie di percussioni che portavano la nostra terza linea a schiacciare oltre la linea. Allan trasformava ed era 12-7. A tempo scaduto gli azzurri avevano la chance di portarsi a due punti dai gallesi, ma il piazzato del nostro mediano di apertura finiva sul palo. Alla ripresa era ancora l’Italia a dimostrare vitalità. Arrivava un altro penalty e questa volta Allan non sbagliava: 12-10. Entravano i cambi e il Galles provava ad accelerare, trovando la meta con Josh Adams dopo un’azione al largo. La trasformazione di Biggar portava il vantaggio a 10-19. Era il 53’. Dodici minuti più tardi da un fallo della nostra mischia chiusa arrivava la seconda meta gallese con Owen Watkin e il vantaggio gallese saliva ancora: 26-10. Gli azzurri si riportavano in attacco, Allan bucava la difesa avversaria e passava a Edoardo Padovani la palla della seconda meta e del definitivo 26-15.

RISPETTO a Edimburgo, e con un avversario meno propenso al gioco alla mano ma più aggressivo sul piano fisico, si è vista un’Italia capace di non perdersi e di difendere la sua trincea. Ma ancora una volta è mancata la capacità di trasformare in buone occasioni i palloni a disposizione, si è pagata la scarsa accuratezza, l’errore che non bisognerebbe commettere mai. Tutte cose su cui lavorare in vista del match all’Olimpico tra quindici giorni: avversario l’Irlanda che ieri ha sconfitto la Scozia con il punteggio di 22-13. Domani tocca a Inghilterra e Francia.