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Il cucchiaio di legno è più vicino

Il cucchiaio di legno è più vicino

Rugby Italia sconfitta anche dalla Scozia per 36-20 nella terza giornata del Sei Nazioni

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 28 febbraio 2016

La Scozia ha sconfitto l’Italia per 36-20 nella terza giornata del Sei Nazioni. Gli azzurri, finora sempre battuti, sono ultimi in classifica e a meno di gradite sorprese sembrano candidarsi al cucchiaio di legno, il trofeo virtuale che va alla squadra che chiude il torneo all’ultimo posto. Nelle ultime due giornate giocheranno in trasferta contro Irlanda e Galles.

Non era un impegno facile, quello dell’Italia. Sebbene sconfitta nei primi due turni da inglesi e gallesi, la Scozia scesa all’Olimpico era una squadra in netta ripresa e con buone chances di portarsi a casa l’intera posta. I suoi punti di forza erano ben definiti: l’aggressività nei punti di incontro, l’affidabilità del pacchetto di mischia, la qualità dei suoi saltatori nelle touches, l’abilità dei suoi trequarti di attaccare gli spazi, le micidiali incursioni di Stuart Hogg, la precisione di Greig Laidlaw nei calci piazzati.

Per tutta la prima mezz’ora di gioco non c’è stata partita. Nonostante un calcio piazzato di Kelly Haimona che all’8’ aveva portato in vantaggio gli azzurri, gli scozzesi hanno immediatamente messo le cose in chiaro e un minuto più tardi erano già in meta. Stuart Hogg prendeva palla, si infilava tra i difensori azzurri, guadagnava metri e una volta placcato riusciva a riciclare l’ovale per John Barclay che arrivava come un razzo e andava a schiacciare. Laidlaw trasformava ed era 7-3.

Di qui in poi gli scozzesi facevano il bello e il cattivo tempo. Dominanti nelle mischie chiuse, dove Cittadini e Lodotti soffrivano le astuzie e il mestiere di Dickinson e Nel, perfetti nelle rimesse laterali con Barclay e i fratelli Gray, ma soprattutto più rapidi e aggressivi nelle ruck e nei punti di incontro, dove l’Italia andava regolarmente sotto e cominciava a commettere falli. Si dirà che altrettanto scorrette erano le guardie scozzesi, ed è vero, ma a questi livelli conta anche la capacità di non farsi cogliere in fallo dall’arbitro.

Da parte azzurra c’era una evidente difficoltà a reggere il ritmo imposto dagli avversari. I palloni uscivano con esasperante lentezza dai raggruppamenti e le nostre azioni di gioco ripartivano sempre con troppo ritardo. Al 16’ arrivava la seconda meta scozzese, ed era di nuovo un’azione in velocità, con le maglie azzurre mal posizionate e un paio di placcaggi mancati che consentivano al terza linea John Hardie di filare dritto lungo la linea dell’out e segnare indisturbato: 14-3. Dieci minuti più tardi l’ennesimo fallo della difesa italiana permetteva a Laidlaw di piazzare tra i pali ed era 17-3.

Pareva il prologo a un pomeriggio da incubo ma alla mezz’ora l’Italia riusciva per la prima volta a mettere piede nei 22 metri avversari e arrivava la meta che sembrava riaprire il match. Era una bella azione dei nostri trequarti avviata da Campagnaro, proseguita da Odiete e Garcia e perfezionata da Ghiraldini. Con la trasformazione di Haimona si andava sul 17-10. Usciva Furno, apparso spaesato e fuori forma, e in seconda linea entrava Bernabò. Dopo un piazzato sbagliato da Laidlaw (21 punti ieri per lui e una media di 7 su 8 dalla piazzola) si andava al riposo.

La ripresa non presentava novità sostanziali. Gli scozzesi continuavano a rubare palle nei raggruppamenti e gli azzurri si facevano fischiare un fallo dietro l’altro. Tre penalty di Laidlaw (45’, 53’ e 58’), contro uno di Haimona, consentivano ai nostri avversari di allungare ancora (26-13). Poi arrivava un cartellino giallo per l’apertura Russell e l’Italia ne approfittava immediatamente per andare a segnare con Marco Fuser, risalendo sul 26-20, ma un nuovo fallo della nostra difesa dava a Laidlaw la possibilità di centrare i pali ed era 29-20. Frustrante. Era cambiata l’intera prima linea azzurra, Van Shalkwick sostituiva Minto, ma la musica non cambiava: ogni mischia chiusa era un patimento, ogni pallone conteso finiva tra le grinfie scozzesi. Quando l’Italia riusciva a mettere un po’ di velocità nel proprio gioco si vedevano le qualità dei nostri trequarti (Campagnaro su tutti) e la Scozia soffriva, ma ogni buon spunto era vanificato da imperdonabili errori.

Eppure poteva ancora farcela, l’Italia. Al 35’ l’arbitro Jaco Peyper infliggeva un cartellino giallo al pilone scozzese Nel e gli azzurri si trovavano nuovamente con un uomo in più. Sarebbe servito un po’ di sangue freddo ma la stanchezza la faceva ormai da padrona ed erano invece gli scozzesi ad andare in meta a tre minuti dalla fine, con Hogg che sfruttava un errore della nostra difesa, divorava metri di campo e serviva Tommy Seymour per la meta del 30-24. La trasformazione di Laidlaw fissava definitivamente il risultato sul 36-20.

Per Jacques Brunel è un commiato amaro dallo Stadio Olimpico. “Ci sono tante cose che non sono andate. Ci aspettavamo una Scozia difficile e così è stato, ma non di avere così tante difficoltà in mischia, dove non siamo stati capaci di risolvere i problemi. I 14 punti incassati a inizio partita ci hanno messo nelle condizioni di essere sempre dietro di loro”. Resta il rammarico per quei minuti finali in superiorità numerica non sfruttati: “Potevamo tornare in partita ma abbiamo avuto troppa frenesia”.

In serata a Twickenham l’Inghilterra ha battuto l’Irlanda 21-10. Il XV della Rosa è l’unica squadra che viaggia a punteggio pieno e in corsa per il Grande Slam.

Ieri il Galles ha sconfitto la Francia per 19-10 a Cardiff.

La classifica è la seguente: Inghilterra 6; Galles 5; Francia 4; Scozia 2; Italia 0.

Si ritorna in campo tra due settimane con la grande sfida del Twickenham tra Inghilterra e Galles che potrebbe decidere le sorti del torneo. Gli altri match in programma sono Irlanda-Italia e Scozia-Francia.

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