Si svolgeranno il primo gennaio a Capetown i funerali dell’arcivescovo anglicano e icona della lotta anti apartheid Desmond Tutu, scomparso domenica all’età di 90 anni nella stessa città di cui era divenuto il primo vescovo nero nel 1986. E nella cui cattedrale di San Giorgio si trova ora la salma, in attesa delle esequie di Stato. Da ieri, ogni giorno alle 12 le campane della chiesa suonano per dieci minuti consecutivi invitando la popolazione a sospendere le proprie attività per un momento di raccoglimento collettivo. La City Hall e persino la Table Mountain si sono colorate di viola.

Ma è in tutto il paese e per tutta la settimana che le bandiere resteranno a mezzasta, mentre si susseguiranno una serie di eventi ufficiali in parte ancora da definire. Domani ci sarà una funzione commemorativa nella capitale Pretoria, giovedì l’Archbishop Tutu IP Trust e la Desmond & Leah Tutu Legacy Foundation riuniranno gli amici dell’arcivescovo e della sua compagna Leah, venerdì la salma verrà esposta nella cattedrale. Dove la mattina del giorno successivo l’attuale arcivescovo di Capetown, Thabo Makgoba, celebrerà i funerali. Le ceneri di Tutu troveranno poi ospitalità all’interno della stessa cattedrale di Saint George.

Intanto prosegue sotto la pioggia, tra la chiesa e l’abitazione di Tutu nell’area di Milnerton, a Capetown, come del resto di fronte alla casa di Soweto, a Johannesburg, dove The Arch, come era popolarmente chiamato, ha abitato, l’addio informale e commosso della gente – gente di ogni età e di ogni colore.