Sul caso di Giulio Regeni l’attenzione non deve calare mai, nemmeno quando a trattarne sono rapporti di non meglio identificati centri studi. L’ultimo, rilanciato ieri dall’agenzia curda Anha e redatto dal Center for Justice and Development for Middle East and North Africa Studies (di cui non abbiamo trovato traccia online), parla del possibile ruolo svolto dalla Turchia e dai Fratelli Musulmani.

Il centro avanza l’ipotesi di una responsabilità esterna al regime egiziano volta a danneggiare i rapporti tra Il Cairo e Roma in ambito economico e nel dossier Libia. La stessa identica versione che da due anni il regime di al-Sisi propina all’Italia, il «complotto internazionale», e totalmente irricevibile alla luce del chiaro coinvolgimento di servizi e polizia egiziani, provato dalla Procura di Roma e dalle indagini in corso su almeno nove funzionari del regime.