Il caffè, il cappuccino e il cornetto costeranno di più perché i bar pagheranno una bolletta elettrica doppia da circa mille euro a 2mila euro. L’espresso è aumentato da 1 euro a 1,10 euro (con un aumento del +10%); il cappuccino che nel 2021 era mediamente di circa 1,40 euro, è stato portato in molti bar a 1,50 euro (+7,1%); cornetti, brioches e lieviti salgono da 1 euro a 1,20 euro. Assoutenti sostiene che a dicembre è stato registrato un incremento medio dei listini del +2,8% mentre l’associazione di categoria, con la Fipe sostengono che il 76% dei gestori di bar avrebbe aggiornato i propri listini tra la fine del 2021 e la prima parte del 2022. Sono le conseguenze dei rincari record di luce e gas scattati lo scorso 1 gennaio, combinati al forte rialzo delle materie prime come il caffè che è cresciuto del +81% nel 2021, il latte del +60%, lo zucchero e cacao del +30. Se l’emergenza bollette proseguirà nel 2022, e a fronte delle quotazioni delle materie prime ancora alle stelle, la classica tazzina di caffè consumata al bar potrebbe raggiungere il record di 1,50 euro nel corso dell’anno, con un aumento del +37,6% sul 2021, e la colazione completa potrebbe costare il 41,6% in più. La colazione diventa così un lusso.

Un’altra conseguenza dell’aumento delle materie prima, uno degli esiti della crisi innescata dalla pandemia sull’economia mondiale, è il rincaro della luce del 75% e del gas del 133% per le piccole e medie imprese che pagheranno molto di più rispetto alle grandi. Rispetto a realtà di pari dimensioni presenti nel resto d’Europa quelle italiane sono ancora più penalizzate. Lo ha sostenuto la Cgia, basandosi sui dati Eurostat. Tra i paesi dell’Eurozona solo rispetto alla Germania le nostre imprese pagano in meno (del 12,6%). Rispetto alla media Ue, invece, i nostri piccoli imprenditori pagano mediamente il 15% in più. Riguardo al costo del gas, invece, sono al terzo posto (dopo Finlandia e Portogallo) per la tariffa più alta (+7,6%). Assieme all’andamento del costo della materia prima, in Italia la componente fiscale è l’altra voce che contribuisce in maniera determinante a innalzare il costo delle tariffe. Nel primo semestre 2021, per la bolletta elettrica, ad esempio, in riferimento alle Pmi, il 40,7% del costo totale è per tasse e oneri (35,7% media Area euro). Per quella del gas, invece, se in Italia l’incidenza percentuale della tassazione sul costo totale a carico delle Pmi è del 27%, nell’Area euro si attesta attorno al 25%.

«Da sei mesi a questa parte il mercato energetico è impazzito, raggiungendo dei picchi storici, caratterizzati soprattutto da un vertiginoso aumento dei prezzi all’ingrosso. Di fatto, il gas è aumentato del 500 per cento; il Pun (prezzo unico nazionale) è passato dai 30 euro Mwh di aprile 2020 ai 250 di dicembre 2021. Tutto questo, purtroppo, si è scaricato direttamente sulle bollette dei consumatori» sostiene l’Unione Nazionale Consumatori.

Per il Codacons l’aumento delle bollette di luce e gas, oltre ad aggravare la spesa energetica delle famiglie, sta provocando una ondata di rincari di prezzi e tariffe a danno dei consumatori, e determinerà una stangata «pari a circa +1.200 euro a nucleo familiare nel corso del 2022.

Fino a oggi il governo è intervenuto per cercare di calmierare le bollette ma, nonostante abbia speso quasi 9 miliardi, sono comunque aumentate e riguardano in modo particolare il gas sul quale si è concentrato il 50% dei consumi. In vista di un consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi giovedì prossimo, in extremis perché ormai a ridosso dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica dopo il quale questo esecutivo potrebbe anche passare la mano, sul tavolo ci sarebbero 4 nuovi miliardi di euro, di cui 2,5 sarebbero destinati a calmierare le bollette. Si tratterebbe di un altro rimedio d’occasione, probabilmente insufficiente per contenere una bolletta complessiva che in molti sostengono pari a oltre 30 miliardi per il 2022. Draghi e il ministro Franco escluderebbero un altro scostamento di bilancio. Altri, anche nella maggioranza Frankenstein, premono per tassare gli extraprofitti realizzati nella pandemia dalle aziende energetiche e così finanziare un fondo per le bollette.