Con due dirette su Facebook, Riccardo Casamassima, il carabiniere che, insieme alla sua collega Maria Rosati divenuta poi sua compagna, ha permesso la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi che ha portato all’incriminazione di 5 militari, ha denunciato ieri le «ritorsioni» che a suo dire starebbe subendo per aver testimoniato contro alcuni suoi colleghi.

Nel primo video appariva, in maglietta, visibilmente scosso, mentre nel secondo, indossata la divisa («perché ci tengo»), il militare ha spiegato con più calma: «Avevo manifestato la mia paura ad andare a testimoniare. Mi avevano detto di stare attento perché dal comando generale c’erano troppe pressioni. Eccole, le pressioni: un altro trasferimento. L’ultima cosa che mi sarei immaginato».

Poi ha annunciato che questa mattina tenterà di parlare con il nuovo comandante generale dell’Arma, Nistri, prima di recarsi di nuovo in procura. «Ci sono altri carabinieri che devono essere ascoltati nel processo Cucchi», perciò, ha fatto notare, «una qualsiasi azione fatta contro di me va a compromettere il processo».