Non è un ultimatum e non è neppure una verifica di maggioranza, ma poco ci manca. Le forze della Sinistra civica ecologista in assemblea capitolina ieri sono salite al Campidoglio da Roberto Gualtieri. Al sindaco hanno esposto la loro preoccupazione circa le sorti di Roma. C’erano i tre consiglieri (Michela Cicculli e Alessandro Luparelli, eletti con Sce, e Ferdinando Bonessio dei Verdi) e anche il presidente del municipio VIII Amedeo Ciaccheri e il consigliere regionale Claudio Marotta, a testimonianza del fatto che la faccenda non è solo istituzionale bensì politica a tutto tondo.

«È stato un incontro franco e positivo – sintetizza Marotta – non abbiamo nascosto alcune preoccupazioni. Abbiamo voluto consegnargli alcuni spunti di lavoro per rilanciare l’iniziativa politica in città». Il timore principale è che la sindrome Ignazio Marino torni ad aleggiare su Palazzo Senatorio: un Gualtieri ostaggio del cupio dissolvi degli scontri tra correnti del Pd, prigioniero di un gioco tutta tattica e niente strategia che finisce per essere autoreferenziale e incomprensibile ai cittadini.

In questi giorni, ad esempio, il megacantiere per la fermata della linea C della metropolitana a piazza Venezia ha stravolto il traffico cittadino ma l’impressione condivisa è che l’amministrazione non abbia comunicato l’importanza dell’opera in corso. Non è un caso: Roma in questi mesi è disseminata di lavori in corso ma la cittadinanza fatica a intravedere il senso generale degli interventi. Siccome Gualtieri ha detto fin dall’inizio che intende lavorare di sponda con i grandi eventi di Expo e del Giubileo, il rischio è che queste scadenze passino sulla testa dei romani, senza alcuna forma di coinvolgimento e corresponsabilità. Per l’ala sinistra della coalizione che sostiene il sindaco, non è solo un problema di comunicazione o trasparenza, elementi pure importanti: si tratta della postura della giunta e la sua apertura alla società.

La delegazione rossoverde ha consegnato a Gualtieri un documento in dodici temi che racchiude nodi dolenti e vicende emblematiche che richiedono un cambio di passo. Molti punti programmatici corrispondono ad atti che verrà presentato in aula. Si parte dal Piano Casa, una delle misure più avanzate di questi due anni di consiliatura. Il documento sul tavolo di Gualtieri chiede l’acquisizione e la rigenerazione di Maam e Spin Time, due storiche occupazioni socio-abitative che i rossoverdi definiscono «esempi virtuosi di un diverso abitare inclusivo e integrato nel territorio». In più, rivendicano l’acquisto di case per ampliare l’offerta di edilizia popolare e il varo dell’Agenzia sociale per gli affitti. A proposito di occupazioni, si parla della Casa delle donne Lucha y Siesta, minacciata da una delibera della Regione Lazio: la richiesta è che Atac rinunci a costituirsi parte civile nel processo contro le attiviste femministe. Al sindaco è stata anche sottolineata la necessità di tutelare il parco del Lago naturale dell’ex Snia, sul quale incombe un permesso a costruire rilasciato dagli uffici tecnici del Comune. Quanto alle periferie, a sinistra notano troppa accondiscendenza verso le operazioni spettacolari di polizia a scapito di interventi sociali e del coinvolgimento dei cittadini contro disuguaglianze e criminalità.

Tutto ciò avviene alle soglie della lunga stagione che condurrà al voto delle europee, che saranno occasione per misurare i rapporti di forza in chiave nazionale ma anche nello scenario romano. «C’è il tema che ha a che fare con la comunicazione di ciò che la giunta produce – riflette ancora Marotta – Ma si tratta anche di capire come si interpretano alcune sfide locali e globali: la vivibilità della città, il contrasto alle disuguaglianze, il ruolo di Roma per la pace in Europa e in Medio Oriente».