Il confronto televisivo tra Elly Schlein e Giorgia Meloni non si farà. Dopo che l’Agcom aveva detto che si sarebbe potuto tenere soltanto se la maggioranza delle altre liste avesse accettato il format del confronto a due sulla base della forza rappresentativa, la Rai ha preso atto che «soltanto quattro delle otto liste rappresentate in parlamento hanno accettato l’invito». A favore, oltre a Fratelli d’Italia e Partito democratico, si sono schierati segretario della Lega Matteo Salvini e Matteo Renzi per Italia Viva e in rappresentanza della lista Stati uniti d’Europa. Ma sono rimasti contrari Antonio Tajani di Forza Italia, Alleanza Verdi Sinistra, il leader di Azione Carlo Calenda e quello del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.

TRE GIORNI FA, la presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia, aveva inviato una lettera al presidente dell’Authority Giacomo Lasorella e ai vertici Rai, per ricevere rassicurazioni e garanzie sul rispetto della parità di condizioni e di trattamento per tutti i partecipanti alle elezioni europee, evitando indebiti vantaggi per alcune forze politiche rispetto ad altre. Anche Michele Santoro, per conto di Pace, terra e dignità, aveva scritto per chiedere il rispetto . L’Agcom ha reagito con un testo di mediazione: «Non sta a noi entrare nelle scelte editoriali, basta che i contenitori di informazione elettorale siano garantite a tutti», è la sostanza della risposta. Questa formulazione in un primo momento sembrava lasciare spazio a un accordo, ma si è scontrata con l’indisponibilità della metà delle forze politiche, il timore è che il duello tra la premier e la segretaria del Pd polarizzi troppo la sfida delle europee a scapito della natura proporzionale del voto.

L’ESITO SEMBRA danneggiare particolarmente proprio il Pd: con il confronto Schlein si sarebbe accreditata ulteriormente come baricentro delle forze di opposizione, senza considerare che questo genere di dibattiti sono un’opportunità più per chi insegue che per chi ha la maggioranza relativa. Non a caso, Schlein insiste: «Ho sempre detto che sarei stata disponibile a un confronto con la presidente del Consiglio dovunque e in qualunque momento». Dal Nazareno lamentano: «C’è chi preferisce rinunciare a un’opportunità di confronto in prima serata pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia». Intanto, i dem si consolano sostenendo che le polemiche di questi giorni hanno garantito che «l’effetto polarizzazione c’è stato comunque. Con o senza duello. Negli ultimi giorni mentre Elly è in giro per l’Italia a parlare di sanità e salario minimo, abbiamo sentito gli altri parlare solo del confronto».

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NON È DIFFICILE comprendere che il riferimento polemico è soprattutto a Giuseppe Conte. Il quale manifesta soddisfazione: «Con una legge elettorale che prevede un sistema proporzionale puro, per cui ogni forza politica corre per sé, questo confronto mirava a polarizzare il voto, a scapito di tutte le altre proposte politiche – dice il leader dei 5 Stelle – Insomma, si è provato a ingannare gli elettori, un po’ come con le ‘finte’ candidature dei leader che purtroppo troveremo nelle schede elettorali per racimolare qualche voto in più. Spiace che ci sia stato bisogno di una pronuncia dell’Agcom a tutela della libera e completa informazione dei cittadini, quando sarebbe bastato un po’ di buon senso e di rispetto verso gli elettori, che non meritano queste ‘furbate’».

A QUESTO PUNTO, le alternative sono due. O celebrare il dibattito online, al di fuori della giurisdizione AgCom (accadde anche nel settembre 2022, quando Enrico Letta e Giorgia Meloni furono ospiti del sito del Corriere della sera) o traslocare tutto in un altro format e in un’altra rete. Sarebbe il confronto «all’americana» tra tutti i leader di partito proposto da Enrico Mentana e per il quale si sono fatti avanti anche da SkyTg. «Fratelli d’Italia conferma la disponibilità al confronto attraverso i propri rappresentanti politici, senza far perdere ulteriore tempo al presidente del consiglio», è la risposta (fredda) che arriva dai meloniani, i quali a questo punto fanno capire che la premier esce di scena. E dalla segreteria del Pd, il responsabile comunicazione Sandro Ruotolo fornisce una risposta che suona del tutto speculare: «Ci sono le tribune elettorali, alle quali parteciperà il Partito democratico».