L’equilibrismo di Emmanuel Macron nella guerra tra Israele e Hamas sta causando malumori. Una decina di ambasciatori francesi in Medioriente, in una nota diplomatica (una volta si chiamava “telegramma”) – finita sui giornali – hanno espresso serie perplessità.

Si tratta di un gesto inedito: sostengono che Macron ha attuato una svolta pro-israeliana e scrivono che la posizione francese è “incomprensibile” nel mondo arabo e stabilisce “una rottura” con il tradizionale equilibrio di Parigi tra Israele e i palestinesi.

Per gli ambasciatori la conseguenza sarebbe “una perdita di credibilità” della Francia.

Nel viaggio in Israele 18 giorni dopo l’attacco di Hamas – da alcuni considerato tardivo – Macron nell’incontro con Benjamin Netanyahu, dopo aver affermato il diritto di Israele a difendersi, ha proposto la creazione di una coalizione internazionale per combattere il terrorismo di Hamas, sul modello di quella contro l’Isis.

La diplomazia francese non era stata informata, persino la ministra degli esteri, Catherine Colonna, non ne sapeva nulla (Colonna, dopo essere stata a lungo portavoce del presidente Jacques Chirac, è stata ambasciatrice, anche a Roma).

L’iniziativa è caduta nel vuoto e Macron a Bruxelles il 27 ottobre la trasforma in una più modesta coalizione umanitaria marittima per venire in aiuto alla popolazione di Gaza. In seguito alla Conferenza umanitaria per Gaza, organizzata da Macron nell’ambito del summit per la pace il 9 novembre scorso a Parigi, il presidente ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza.

È l’unico dirigente del G7 ad aver preso questa posizione. Poi ha di nuovo corretto un po’ il tiro, allineandosi su una più generale dichiarazione a favore del diritto di Israele a difendersi, nel rispetto del diritto internazionale.

La “nota” degli ambasciatori rivela un malessere profondo del Quai d’Orsay, che si sente scavalcato da Macron, insofferente ai tempi lunghi della diplomazia. Il presidente, sottovoce, è giudicato un dilettante, che vuole agire da solo senza consultarsi con gli esperti del ministero e insegue soltanto le indicazioni della cellula diplomatica dell’Eliseo.

Al Quai d’Orsay i diplomatici hanno il dente avvelenato contro Macron anche per ragioni di bassa cucina: il presidente è intervenuto sull’evoluzione delle carriere e la cosa non è stata per nulla gradita.