«Le politiche e il linguaggio di questo governo, e in particolare del ministro Salvini, hanno sdoganato umori malsani che finora erano più controllati, e le aggressioni di queste settimane contro persone dalla pelle scura lo dimostrano». Emma Bonino è una testimone diretta del clima di intolleranza che attraversa l’Italia. La settimana scorsa la senatrice di +Europa è intervenuta in aula in difesa dei migranti e le sue parole sono state coperte dagli insulti di parte della maggioranza. «Pensavo che il mio intervento potesse essere accolto con maggiore rispetto e attenzione, senza tanti “buu, buu” da curva sud. Così non è stato», commenta.

Dodici aggressioni in due mesi. Cosa pensa stia accadendo al Paese?
Credo sia qualcosa che covava sotto la cenere, anche se abbastanza evidente da mesi, e adesso sta esplodendo. Ovviamente questo sentimento di intolleranza viene da lontano, ma l’accelerazione delle ultime settimane è impressionante e mi auguro che finalmente qualcuno si preoccupi e non lo attribuisca alle visioni di qualche buonista di passaggio, possibilmente radical chic. E’ evidente che il nuovo vocabolario, e non solo, di questa compagine governativa, e in particolare del ministro Salvini, ha sdoganato umori malsani che finora erano un po’ più controllati.

Sta dicendo che ora c’è qualcuno che si sente legittimato a compiere aggressioni?
Esattamente, assistiamo alle conseguenze non solo di politiche che non approvo, ma anche di linguaggi che sono volgarmente crudeli e gratuiti. Dire che i migranti sono in crociera è più di un insulto, è un’ingiuria perché sappiamo tutti cosa si lasciano alle spalle questi signori. E’ un liberi tutti, uno sdoganamento degli impulsi peggiori che fino a poco tempo fa c’erano ma erano più controllati.

Però Salvini nega l’emergenza e cita Mussolini, mentre per Di Maio non si tratta di razzismo.
Ognuno può raccontarsi quello che vuole e mettersi la benda sugli occhi, sta di fatto che gli episodi delle ultime settimane sono tutti, dico tutti contro persone dalla pelle scura e contro una bambina rom. Per altro sarà anche vero che tanti nemici tanto onore, come scrive il ministro Salvini, ma posso permettermi di ricordare che quella fase politica non è finita in modo brillante?

Si è passati dal “E’ finita la pacchia” riferito ai migranti che provano ad arrivare in Italia, alle aggressioni a chi in Italia vive e lavora.
Una volta che sdogani un tabù poi non hai più modo di controllarlo, ed è quello che sta succedendo. Se poi a questo vogliamo aggiungere l’arrivo dell’ipotetico decreto sicurezza, capisci bene dove stiamo andando.

Non si attaccano solo i migranti: nel mirino ci sono anche diritti acquisiti come le unioni civili, l’aborto…
C’è un trend reazionario, più che conservatore, sui diritti civili e gratuitamente crudele contro i migranti che serve solo a ottenere il consenso dell’opinione pubblica, ma nessun risultato politico. La miscela comincia a diventare esplosiva, se vogliamo anche per quanto riguarda la violazione dello stato di diritto. Per esempio sulla competenza dei ministeri e dei ministri. Abbiamo il vicepremier e ministro degli Interni che di volta in volta è padre di famiglia, ministro degli Esteri, delle Infrastrutture e dei porti. Spero davvero che tutto questo cominci a preoccupare qualcuno.

Di questa miscela esplosiva fa parte anche la retorica sulle legittima difesa?
Certo, la difesa di ciascuno di noi deve essere garantita dalle istituzioni, altrimenti il ministro degli Interni che ci sta a fare? Più armi circolano, più vengono usate e più incidenti ci sono.

E’ d’accordo con Ilvo Diamanti quando sostiene che in giro c’è voglia di un uomo forte?
Ma non è una tendenza nuova, basta pensare agli ultimi venti anni. Da Berlusconi in poi abbiamo avuto l’uomo forte o l’uomo rottamatore, cambia la volgarità e la durezza ma il concetto è quello. Dopo di che c’è questa passione tutta italiana di salire sul carro del vincitore, salvo poi che gli italiani sono anche velocissimi a scendere.

L’ex premier Paolo Gentiloni propone di creare un’alleanza per l’alternativa e tra i possibili partecipanti ha fatto anche il suo nome. La convince questa proposta?
Non so bene cosa voglia dire, quando me ne parlerà starò a sentire. In questi mesi io non ho avuto contatti con il Pd né loro con me, quindi ho fatto le mie battaglia con l’associazione Coscioni, per i diritti civili, i migranti, la giustizia. Guardi che il capitolo giustizia del famoso contratto è spaventoso. Ora cosa voglia fare il Pd non lo so, per il momento so cosa facciamo noi, cioè da una parte la campagna «L’Europa che accoglie», dall’altra cerchiamo di resistere per quello che possiamo a questa deriva. Io non sono una pessimista, ma credo veramente che la democrazia liberale, già imperfetta di suo, sia a rischio. Il tutto inserito in una fragilità europea piuttosto evidente.

Il segretario del Pd Martina propone per settembre una manifestazione contro il razzismo. Non rischia di essere troppo tardi?
Non ho capito perché a settembre, abbiamo già le infradito ai piedi e il pareo? E’ da un bel po’ che qualcuno doveva prendere coscienza di quello sta accadendo nel Paese, perché questo borboglìo sotto traccia, ma con tracce molto evidenti, viene da lontano. Penso alla Hannah Arendt de «La banalità del male»: tutte le volte che lanciavo l’allarme su quanto stava accadendo mi sentivo rispondere “Eh ma cosa vuoi che sia?” Salvo che poi, di scalino in scalino, siamo arrivati a un episodio violento al giorno. Allora senza aspettare settembre forse si può fare qualcosa prima.