Ci sono stati anni, nella storia del nostro paese, in cui il vento del cambiamento politico ha trovato nella televisione pubblica un suo forte punto di riferimento.

Sono gli anni che vanno dal 1987 al 1994, quando si preparava la crisi della Prima Repubblica e tutto sembrava possibile.

Di quella stagione fu protagonista la Raitre di Angelo Guglielmi che portò nel piccolo schermo un salutare scombussolamento, e un grande divertimento.

Toccò a Walter Veltroni la scelta di chiamare un intellettuale eretico e creativo alla guida di una Rete che il sistema democristiano di Biagio Agnes accettò di consegnare al Pci. Ma fu l’intelligenza di unire un comunista organico alla tradizione come Sandro Curzi con un intellettuale che veniva dai ranghi della Rai (sinistra di partito e sinistra d’opinione) a creare la miscela esplosiva.

Fiumi di inchiostro sono stati scritti su un fenomeno mediatico che triplicava gli ascolti inventando l’idea di un palinsesto che non si limitava a sommare programmi ma creava una linea editoriale, un flusso continuo di personaggi. Un nuovo corpo visivo innanzitutto.

Perché alla fine fu proprio Pasolini, con il quale Guglielmi aveva spesso incrociato le spade della critica letteraria, a ispirare l’estetica della sua Raitre.

Un debito riconosciuto dallo stesso Guglielmi che amava citare la frase pasoliniana, quando lo scrittore corsaro scelse di passare dalla parola scritta al cinema: “Sono stanco di raccontare la realtà con le parole, preferisco raccontarla con la realtà”.

E tv-realtà fu la sigla della nuova Raitre.

Tra i tanti programmi di successo, ce n’è uno che più di altri incrocia l’espressione gramsciana del nazional-popolare. E’ quando una sera del 1993 i telespettatori entrarono in un’aula di tribunale e videro in primo piano il volto dell’assessore milanese Walter Armanini nel programma “Un giorno in Pretura”, primo processo di Tangentopoli, caposaldo di una lunga stagione, in onda ancora oggi.

Poi per Guglielmi e per l’Italia, nel 1994, scende il sipario. Inizia l’era Berlusconi, immortalata da un vecchio slogan di “Avanzi” cantato nell’ultima puntata di “Tunnel” (programmi-cult della “Tv delle ragazze” di Serena Dandini). Questo: “Sciogliamo le camere per un mondo migliore, sciogliamo le camere con i caschi Blu”.