I miliziani russi filo-ucraini sono tornati. La Legione «Libertà per la Russia» e il Battaglione Siberiano hanno rivendicato nuovi attacchi in territorio russo. «Strapperemo la nostra terra al regime centimetro per centimetro» hanno scritto su Telegram e, nonostante in un primo momento le autorità di Mosca avessero negato, le scuole nella regione di Kursk hanno chiuso e nella confinante regione di Belgorod vige la massima allerta. Contemporaneamente le forze armate ucraine hanno lanciato il più massiccio attacco di droni in territorio russo da mesi colpendo diverse regioni e danneggiando un’importante raffineria petrolifera. Ad aggravare un giorno nero per le difese aree russe, un aereo militare con 15 persone a bordo si è schiantato al suolo nella regione di Ivanovo per cause ancora da chiarire e un caccia militare russo Su-27 sarebbe stato abbattuto nei cieli di Belgorod.

IL MINISTERO della Difesa di Mosca ha dichiarato che «formazioni terroristiche» ucraine sostenute da carri armati e veicoli corazzati hanno tentato di invadere in tre direzioni separate la regione russa di Belgorod la scorsa notte, intorno alle 3 del mattino. Altri quattro attacchi di «gruppi di sabotaggio e ricognizione» ucraini «sono stati respinti» intorno alle 8 nella regione russa di Kursk.

TUTTAVIA, la Legione in mattinata ha dichiarato di aver preso il controllo totale del villaggio di Tetkino, nella regione di Kursk, e l’Rdk ha pubblicato video (non verificati) di soldati russi in fuga. La responsabilità dei raid è stata rivendicata dalla Legione «Libertà della Russia» e dal Battaglione Siberiano. Lo scorso 23 maggio, la Legione era stata protagonista di un’azione eclatante oltreconfine con l’ausilio del Corpo dei volontari russi (Rdk), un gruppo guidato dal noto estremista di destra russo Denis Kasputin. Nell’operazione di ieri, meno riuscita di quella dell’anno scorso, la comunicazione delle formazioni coinvolte ha inoltre posto l’accento sulle imminenti elezioni presidenziali russe, scrivendo su internet «il popolo voterà per chi vuole, non per chi deve. I russi vivranno liberamente» e «facciamo appello agli abitanti della Federazione Russa affinché ignorino le elezioni. Le schede elettorali e i seggi elettorali in questo caso sono una finzione». Il Cremlino ha sempre definito queste formazioni come «burattini di Kiev» e della Cia, che secondo Mosca sta cercando di fomentare il caos in Russia. Andriy Yusov, portavoce dell’intelligence militare ucraina, ha tuttavia sottolineato a Channel24 che «i gruppi stavano conducendo l’operazione in territorio russo indipendentemente dall’Ucraina» e che anche il Corpo dei volontari russi ha partecipato all’operazione. Al momento non disponiamo di dati affidabili sul numero di caduti nei due schieramenti e su eventuali obiettivi colpiti.

NELLE STESSE ORE i droni e i missili ucraini erano in volo verso obiettivi in territorio russo. Mosca ha dichiarato di aver abbattuto 25 droni ucraini in diverse regioni russe, tra cui Mosca, Leningrado, Belgorod, Kursk, Bryansk, Tula e Orel ma sono stati segnalati molti altri attacchi. Intervistato su questi attacchi e sugli incidenti al confine, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato: «I nostri militari stanno facendo tutto il necessario, i sistemi di difesa aerea funzionano». Ad ogni modo, non hanno funzionato molto bene nella regione di Nizhny Novgorod, dove lo stesso governatore locale, Gleb Nikitin, ha pubblicato una foto della raffineria Norsi della Lukoil in fiamme. Secondo alcune fonti anonime dell’agenzia di stampa Reuters, la principale unità di distillazione del greggio della Norsi è stata danneggiata nell’attacco, «il che significa che almeno metà della produzione della raffineria è bloccata». Lukoil non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Si noti che la Norsi raffina circa 15,8 milioni di tonnellate di greggio russo all’anno, pari al 5,8% del greggio raffinato in Russia in totale. Altri canali russi hanno riferito di un drone nemico distrutto alla periferia della città di Kirishi, sede della seconda più grande raffineria di petrolio della Russia.

RISPETTO agli aerei dell’aeronautica russa precipitati, il ministero della Difesa ha dichiarato che nel caso del cargo Il-76 la causa sarebbe un incendio scoppiato nel motore durante il decollo e i morti sarebbero 8 membri dell’equipaggio e 7 passeggeri. Sul Sukoi che figura in alcuni video diffusi ieri, invece, i servizi ucraini stanno «ancora verificando» e Mosca non ha commentato.