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Guarita Yulia Skripal ma nascosta dagli 007, l’Opac: «Avvelenati»

Guarita Yulia Skripal ma nascosta dagli 007, l’Opac: «Avvelenati»Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson

Cremlino-Foreign Office La figlia dell’ex spia sovietica doppiogiochista rifiuta l’assistenza dell’ambasciata russa a Londra

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 13 aprile 2018

Sergey Skripal e sua figlia Yulia il 4 marzo a Salisbury furono avvelenati da un gas nervino di altissima qualità. Questa la conclusione a cui è giunta ieri l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), dopo un’indagine durata più di un mese realizzata su richiesta della Gran Bretagna.

«I risultati delle analisi dei campioni medico-biologici effettuati dall’Opac, mostrano che le tre vittime (fu colpito anche un agente di Scotland Yard ndr) erano sotto l’effetto di una sostanza chimica», sostiene il rapporto. «I risultati delle analisi di campioni ambientali, indicano la presenza del materiale chimico», conferma l’Opac. Viene inoltre sottolineato come il composto rintracciato fosse di «elevata purezza».

Tuttavia nel rapporto non sono indicati né il nome della sostanza, né la sua formula, né l’origine dell’agente chimico. «La composizione e il nome dell’agente sono contenuti solo nella relazione top secret fornita agli Stati coinvolti», ha fatto sapere l’organizzazione. Finisce quindi in sostanziale parità tra Gran Bretagna e Russia questo round tanto atteso sul caso Skripal. L’Opac ha confermato, come sosteneva Downing Street che si è trattato di un attacco chimico, ma non è stata in grado di definire da dove provenga, a parziale riprova di quanto sostenuto da Putin secondo cui «la sostanza può essere prodotta in 20 paesi diversi».

Malgrado ciò il ministro Boris Johnson non mostra segni di ravvedimento: «Non c’era dubbio alcuno sul tipo arma chimica usata e non c’è altra spiegazione su chi possa essere responsabile di tutto questo: solo la Russia aveva i mezzi, la tecnologia e il movente», ha dichiarato il capo del Foreign Office. Più misurata, ma sulla stessa lunghezza d’onda, la reazione ai risultati dell’indagine della Germania che «chiede alla Russia di rispondere alle questioni poste dalla comunità internazionale». Il Cremlino, con un asciutto comunicato, dal canto suo, rimanda qualsiasi valutazione a dopo «un’attenta valutazione dei risultati dell’indagine».

Il caso resta appeso, in questa fase, alla figlia di Skripal, Yulia, ormai da giorni dimessa dall’ospedale e condotta dalla polizia britannica in una località sconosciuta. La stessa Scotland Yard ha distribuito ai giornalisti una lettera della giovane russa in cui scrive: «Ringrazio Viktoria (la cugina di Yulia ndr) per la sua attenzione per noi, ma le chiedo il favore di non venire e di non provare per il momento a contattarci. Le sue opinioni non coincidono con le mie e con quelle di mio padre». Un colpo alla credibilità della parente che aveva sostenuto nei giorni scorsi che Yulia le avesse chiesto di raggiungerla a Londra e volesse tornare a vivere a Mosca. La credibilità di Viktoria è scossa anche da sue più recenti dichiarazioni in cui, ribaltando di 360 gradi le precedenti, sostiene che la cugina intenderebbe chiedere asilo politico «alla Gran Bretagna o a un paese terzo».

I russi continuano però a storcere il naso e a ritenere che Yulia venga in realtà manovrata dal MI5, anche se nella missiva la figlia di Skripal ha rifiutato esplicitamente il supporto logistico e legale dell’ambasciata russa a Londra.

«Questa vicenda da giallo si sta trasformando in thriller», ha commentato Marya Zacharova, braccio destro di Sergey Lavrov, nel suo tradizionale briefing del giovedì. «Gli ultimi sviluppi rafforzano ulteriormente la nostra impressione che ci troviamo di fronte all’isolamento forzato di un cittadino russo – ha sostenuto Zacharova commentando la dichiarazione di Yulia Skripal – e del suo possibile coinvolgimento involontario nella drammatizzazione del caso». La figlia di Skripal, secondo il Cremlino, potrebbe essere stata convinta della tesi dell’attentato russo in un momento di debolezza psicofisica. La diplomatica russa ha voluto mettere anche in risalto il diverso comportamento britannico all’epoca del caso di Alexander Litvinenko (l’ex agente dei servizi russi avvelenato con Polonio-210 nel 2006 a Londra) e quello attuale. «Allora potemmo vedere immagini di Litvinenko seppur non di eccelsa qualità. Oggi a distanza di un mese nessuna immagine di Skripal è stata diffusa» ha rimarcato.

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