La volontà politica di perseguire gli obiettivi per il cambiamento climatico si deve manifestare in una programmazione contenente fra l’altro una serie di riforme che renda effettiva e repentina la trasformazione del sistema energetico e dei principali settori industriali di questo paese. Il primo grande ostacolo è quello della burocrazia. Va infatti superata la lentezza dell’iter autorizzativo in tema di fonti rinnovabili ed economia circolare, temi in parte dimenticati dal Decreto Semplificazioni dello scorso luglio. Questa lentezza non solo rischia di impedire un veloce raggiungimento degli obiettivi, ma di fatto rende la transizione tecnicamente ed economicamente meno efficace. Per fare un esempio, gli impianti eolici hanno tempi di costruzione di diversi anni, mediamente quantificabili nel doppio della media europea, soprattutto a causa dell’iter autorizzativo. Ciò provoca situazioni paradossali. Infatti, al momento dell’autorizzazione, gli impianti da costruire prevederanno tecnologie obsolete o comunque con prestazioni inferiori rispetto a quelle presenti in quel momento sul mercato. Così facendo si otterrà complessivamente una minore efficienza e un maggior costo del parco eolico italiano.

Questo ostacolo burocratico non caratterizza solamente l’iter autorizzativo degli impianti eolici, ma tutti gli interventi di realizzazione o riqualificazione degli impianti rinnovabili, di installazione di sistemi di accumulo, di riqualificazione edilizia e di efficienza energetica, di realizzazione delle stazioni di ricarica per veicoli elettrici e di installazione di impianti di microcogenerazione. Una proposta di emendamenti a costo zero viene dal Coordinamento FREE e riguarda l’aggiornamento sulle disposizioni del Decreto-Legge 16 luglio 2020 n. 76 (il DL Semplificazioni). In tale proposta, ad esempio si affronta il tema degli impianti fotovoltaici nelle aree agricole, per le quali risulta fondamentale individuare adeguate forme autorizzative. Oppure si specifica l’inutilità delle valutazioni ambientali e paesaggistiche per gli interventi su alcuni impianti esistenti che non prevedono alcun incremento di area occupata o per interventi consistenti nella sostituzione, nel caso dell’eolico, della tipologia di rotore che comportano una variazione in aumento delle dimensioni fisiche delle pale non superiore ad una certa percentuale, ad esempio 15 per cento. Un altro caso riguarda lo smaltimento dell’amianto delle coperture, che senza semplificazioni opportune rende difficile la partecipazione alle aste del DM FER 1 degli impianti fotovoltaici. Altre semplificazioni sono quelle necessarie per i sistemi di accumulo abbinati agli impianti a fonte rinnovabile che possono contribuire in maniera significativa all’aumento della capacità utile alla rete per vedere garantiti i necessari standard di equilibrio e bilanciamento.

Anche gli interventi riguardanti la riqualificazione energetica degli edifici devono essere semplificati nella loro attuazione, come pure le norme per la realizzazione di punti e stazioni di ricarica dei veicoli elettrici. Inoltre il ritardo nell’emanazione dei decreti riguardanti l’end of waste sta rallentando e danneggiando tutto il mondo del riciclo e dell’economia circolare. Senza le necessarie riforme per la semplificazione, gli stessi finanziamenti europei rischiano di andare perduti o di essere inefficaci e gli obiettivi di decarbonizzazione difficilmente saranno raggiunti.