«Vi auguro una traversata o un’immersione turbolenta; forse, a lungo andare, raggiungeremo perfino la riva, trasformati ma ancora vivi … però questo si vedrà, perché ci stiamo avventurando in acque inesplorate». Come subacquea, scrive di sé stessa la psicoanalista iraniana Gohar Homayounpour nel suo volume Blues a Teheran (Raffaello Cortina, pp. 238, euro 18, traduzione di Francesco Peri), non è molto esperta eppure sa nuotare piuttosto bene. È questa la premessa di un libro luminoso e profondo, composto con dedizione e ascolto, la cui scrittura «si basa sulla libera associazione, come in una seduta di psicoanalisi». Il segno dell’aneddoto raccontato...