I Siam sono a lutto da settimane. È passato quasi un mese da quel mattino del 21 luglio quando missili sganciati da droni israeliani uccisero 12 membri di questa famiglia di Shaboura, alla periferia di Rafah. Eppure continuano i riti funebri. È giunta l’ennesima tragica notizia dal Cairo: un altro dei Siam rimasti feriti è spirato in ospedale e la famiglia è di nuovo riunita per le preghiere. Gli uomini, una trentina forse più, sono seduti all’ombra di un grande albero. Le donne sono tutte in casa. Dolore e stanchezza segnano il volto dei presenti in una giornata dove un...