Decodificare i neonazisti, fregando le parole-chiave che sull’e-commerce identificano il loro merchandise distribuito per corrispondenza da sempre più aziende tedesche.

Ha già funzionato comprando il codice commerciale Hknkrz, l’abbreviazione senza le vocali del termine «svastica»; ora gli Antifa provano a registrare l’altra sigla consonantica utilizzata a piene mani nella galassia fascio-nazionalista: Vtrlnd traduzione “nascosta” di «patria».

In questo modo in Germania gli attivisti di Laut Gegen Nazis resistono al boom di Afd che sta sdoganando tutto il nero alla sua destra, supplendo all’assenza delle istituzioni federali sempre meno capaci di arginare la deriva che parte dalla terminologia apertamente da Terzo Reich, usata nei comizi pubblici quanto nelle chat sui social.

«Acquisire i diritti dei marchi di riferimento dei neonazi è certamente una puntura di spillo: l’ultradestra continua a incassare soldi a palate dalla vendita di felpe e magliette» premette Jörn Menge, presidente dell’associazione Laut Gegen Nazis fondata 18 anni fa ma anche esperto pubblicitario alla guida di un’agenzia con il nome sintomatico: «Make a Noise».

Il suo obiettivo è dichiarato: «Vogliamo rendere la vita difficile ai commercianti che fanno affari d’oro vendendo l’abbigliamento inneggiante all’odio sociale. A partire da oggi verranno tutti avvertiti con gli appositi avvisi legali». Il riferimento corre alla norma attualmente in vigore in Germania secondo cui chi possiede i codici commerciali di un marchio di abbigliamento può vietarne la vendita ai distributori per almeno cinque anni.

«Questa trovata è della società di pubbliche relazioni Jung von Matt, artefice di molti spot pubblicitari famosi. L’agenzia è stata spesso criticata: nel 2018, ad esempio, dichiarava di non credere nell’equilibrio tra lavoro e vita privata, ma per Jörn Menge conta che abbiano promosso la campagna dei codici perché ritengono il problema dei nazi importante» specifica il quotidiano di sinistra Taz.

«Alle marce di destra si vedono ovunque abiti nazisti. Ovvio che i distributori hanno successo nella scena» denuncia Menge, insieme alla mancanza degli storici anticorpi nella società tedesca che «sempre più ricettiva nei confronti di posizioni chiaramente disumane. Le magliette con le sigle neonaziste camuffate circolano fra la classe-media come fossero normali t-shirt alla moda; è esattamente questo l’obiettivo che si prefiggono i nazi» sottolinea Menge, preoccupato per il recente successo elettorale di Afd in Assia e Baviera.

Resta comunque difficile in Germania contrastare i codici neri che spesso sono scritti in chiave alfanumerica. I nazisti tedeschi, dal 1945 in poi, hanno sistematicamente sostituito le lettere sospette con le cifre, come 18 per le iniziali di Adolf Hitler oppure 444 per «Ddd», acronimo sotto cui si nasconde lo slogan «La Germania ai tedeschi!».