Oggi le comiche. Se non fosse una vertenza simbolo e terribilmente seria, con in ballo il futuro di 500 lavoratori e di uno stabilimento che produceva semiassi di ottima qualità con ampio valore aggiunto, la giornata potrebbe finire nell’antico programma tv, fra Stanlio, Ollio e Charlot. “E’ successa una cosa senza precedenti – racconta al mattino Daniele Calosi, davanti alla Prefettura – ieri abbiamo fissato con i vertici della Regione, della Città metropolitana e del Comune di Campi Bisenzio un incontro con l’advisor, che doveva illustrare le proposte di reindustralizzazione della fabbrica. Nella notte qualcuno ha cambiato idea, non il sindacato e neppure i lavoratori. E stamani per mail ci è stato comunicato che questo incontro non c’era più. Ma noi volevamo parlare con l’advisor per capire la verità su questi piani industriali”.
Accanto al segretario generale della Fiom Cgil di mezza Toscana c’è Michele De Palma, responsabile automotive del sindacato: “C’è un problema istituzionale – chiarisce ulteriormente – il governo e la Regione Toscana ci devono dire cosa sta succedendo. La Fiom nazionale, provinciale e regionale è qui. E’ stato convocato un incontro, fatto poi saltare stanotte. E noi stanotte al ministero abbiamo chiesto se siano fuori di testa. Cioè, si mettono d’accordo loro con la Regione e poi l’incontro sparisce? Non esiste un comportamento del genere, infatti sono qua perché andiamo a dire al prefetto che c’è un problema. Non si possono trattare così il sindacato e i lavoratori”.
Loro, gli operai, sono imbufaliti. “Ieri sera avevamo un incontro, oggi non c’è più – tira le somme Dario Salvetti inzuppato di pioggia, in presidio con i suoi compagni – poi improvvisamente arriva un incontro da remoto e non sappiamo perché. Quello che appare chiaro è che sopra la nostra testa ci siano delle trame”. E’ un fiume in piena Salvetti: “Ora ci devono dare il piano di reindustrializzazione, quello che dicono hanno approntato da inizio novembre ma che non ci viene mai fatto vedere. Forse perché a Gkn interessa solo trovare una giustificazione morale per far ripartire la procedura di licenziamento, e per estorcere una cassa integrazione per cessata attività allo Stato e ai sindacati”. Esplicito lo striscione esposto in questa occasione delle tute blu: “La commedia è finita”.
Alla fine nel pomeriggio un incontro, da remoto, c’è. Ma viene definito a questo punto dal sindacato “conoscitivo e informale” con il presunto advisor di Gkn. Presunto, perché Francesco Borgomeo non ha un mandato da parte della multinazionale, che infatti 24 ore aveva ammesso: “Purtroppo, nonostante le nostre diverse sollecitazioni, non siamo ancora al punto in cui speravamo di essere in merito ai progressi verso la partenza dell’iter di reindustrializzazione”.
Borgomeo comunque si qualifica come titolare di Irses, società di consulenza specializzata nella riconversione industriale. E si dice addirittura “pronto a rilevare l’azienda”, oltre che portare potenziali investitori al tavolo. Il problema è che, oltre a non avere un mandato, e anche al fatto che Legambiente ha più di un dubbio su alcune produzioni che fanno capo alla sua attività principale nel cosiddetto “ecodistretto ceramico” del Lazio con Saxa Gres spa, finanziata al solito da fondi come Melrose, i due potenziali investitori che Borgomeo rappresenterebbe – uno per produrre macchinari per l’industria farmaceutica, e l’altro per produrre componenti per energie rinnovabili – fanno venire subito in mente agli operai e al sindacato la truffa “fotovoltaica” dell’Isi, dopo la chiusura a inizio secolo della fabbrica Electrolux a Scandicci.
Comunque sia, la Fiom vuol scoprire l’eventuale bluff. E rilancia: “Vogliamo fare una trattativa, per trovare soluzioni industriali concrete. Domani (oggi per chi legge, ndr) saremo alle 18 al Mise, al quale chiederemo che insieme a Invitalia si faccia garante di questa fase, e garantisca la continuità occupazionale”. Di più: “Questa condizione, insieme al mandato di Gkn all’advisor, è essenziale per l’apertura di un confronto. Ma Gkn tolga la minaccia dei licenziamenti: partiamo da una condizione di mancanza di fiducia nella controparte, non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco”.