Le autorità gibilterriane ieri hanno finalmente iniziato ad agire per contenere i danni dell’incidente marittimo di lunedì notte, che ha causato gravi danni alla nave mercantile OS 35. In questo momento l’imbarcazione è ferma a est di Gibilterra, a 2 chilometri dalla costa antistante la località di Línea de la Concepción. Le immagini diffuse dallo stesso governo della colonia inglese mostravano un’estesa macchia di gasolio che fuoriusciva dalla nave che le due barriere di contenzione istallate mercoledì non sembravano riuscire a fermare con efficacia.

MA IN SERATA ieri il governo del Peñón si affrettava a informare che erano iniziate sia le operazioni per svuotare le stive della nave mercantile incidentata, sia per riassorbire e recuperare il carburante finito in mare mediante l’uso di un cosiddetto skimmer. Nel frattempo, informavano di aver arrestato il capitano della nave mercantile che, secondo le prime frammentarie ricostruzioni dei fatti, dopo essersi scontrato con la nave metaniera ancorata nella baia, aveva ignorato le istruzioni dategli dalla capitaneria di porto gibilterriana, dichiarando di non aver subito danni, e aveva cercato di allontanarsi.

È stato a quel punto che la nave iniziò ad imbarcare acqua e le autorità gibilterriane hanno preso in carico la nave, portandola fino alla Catalan Bay, molto meno profonda, per evitare che potesse affondare completamente. Secondo quanto ha dichiarato alla stampa lo stesso Fabian Picardo, primo ministro della colonia, sul capitano è stata aperta un’indagine.

LA NAVE, battente bandiera tuvaliana e che trasportava acciaio verso i Paesi Bassi, possiede tre depositi di carburanti, uno dei quali nella parte danneggiata della nave, a prua. I tecnici stanno appunto cercando di svuotare il deposito a prua per bloccare le perdite.

Nel frattempo la gestione dell’incidente da parte delle autorità gibilterriane è causa di una nuova polemica politica: il sindaco del Pp di Algeciras, dall’altra parte della baia su cui si affaccia anche il porto di Gibilterra, che è anche senatore, lamenta che Gibilterra non voglia la collaborazione spagnola perché sostiene che le acque dove è avvenuto l’incidente siano sue (questione su cui non c’è consenso).

Anche Greenpeace è intervenuta via Twitter per chiedere maggiori investimenti sia da parte della Spagna che dell’Inghilterra per fermare la perdita, e ha chiesto di limitare la pratica sempre più estesa del bunkering (il rifornimento in mare) e proteggere l’ecosistema della baia, ricordando che fare della Spagna l’hub del gas europeo per rispondere alla crisi del gas russo farà sì che navighino molte «bombe climatiche» per i mari spagnoli.

IL PORTO DI GIBILTERRA rimane chiuso, anche se non del tutto. Secondo le autorità, «è stato permesso effettuare, secondo quanto previsto, alcune operazioni che non utilizzano risorse portuali necessarie per l’emergenza, come per esempio l’arrivo giovedì di una nave da crociera».