Dal primo novembre i lavoratori tedeschi in quarantena e non vaccinati non riceveranno più il versamento dei contributi della cassa malattia. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Jens Spahn, in accordo con i colleghi dei Laender.

Finora il governo tedesco aveva pagato un risarcimento per la perdita dello stipendio a quei lavoratori costretti all’isolamento per essere stati in contatto con una persona contagiata o per essere tornati da una zona «ad alto rischio» all’estero (tra queste Gran Bretagna, Turchia e parti della Francia). Questo sostegno, ha spiegato Spahn, sarà ritirato nel tentativo di incoraggiare più persone a vaccinarsi.

Quella di ricevere il vaccino rimarrà una «decisione personale», ha dichiarato il ministro, ma quella decisione ora «avrà anche la responsabilità di sopportarne le conseguenze economiche, è una questione di equità nei confronti di chi si vaccina».

In linea di principio, chi non può recarsi sul posto di lavoro perché in isolamento riceve il 100 per cento del salario dallo Stato per le prime sei settimane.

Il sussidio scende al 67 per cento della retribuzione dalla settimana successiva. Il denaro viene versato direttamente dal datore di lavoro e rimborsato dallo Stato. Dalla settima settimana in poi, i dipendenti devono presentare domanda di indennizzo. Il diritto al salario continuato rimane in caso di malattia.