Dopo il via libera del congresso dei liberali di domenica scorsa arriva anche l’ultimo Sì alla coalizione “Semaforo” degli iscritti dei Verdi. Nasce così ufficialmente il primo governo di Olaf Scholz esattamente due mesi e dieci giorni dopo le elezioni federali.

Ieri il leader della Spd, che verrà nominato cancelliere domani, ha rivelato la lista degli otto ministri del suo partito con tre clamorose sorprese: per la prima volta il dicastero dell’Interno sarà guidato da una donna: la giurista Nancy Faeser, leader socialdemocratica dell’Assia, fino ieri semisconosciuta se non agli addetti ai lavori; all’Edilizia andrà l’altrettanto poco nota Klara Geywitz, vice presidente della Spd e unica esponente della Germania-Est nel nuovo governo; mentre lo scottante ministero della Sanità verrà affidato all’epidemiologo Karl Lauterbach, già responsabile del dipartimento Salute del partito, il politico più intransigente nella lotta alla pandemia e anche il più popolare.

«La maggioranza dei tedeschi desiderava che alla Sanità andasse un esperto del settore capace di svolgere al meglio il proprio incarico» sono state le parole d’esordio di Scholz che ha quasi mantenuto la promessa di incardinare il governo sulla parità di genere. Su 17 poltrone nove saranno occupate da uomini e otto da donne. Per la Spd oltre a Faeser e Geywitz a capo della Difesa sarà Christine Lambrecht, ex ministra della Giustizia della Grande coalizione, e allo Sviluppo economico Svenja Schulze, ministra dell’Ambiente uscente. Affiancheranno il ministro del Lavoro Hubertus Heil e il responsabile della cancelleria, Wolfgang Schmidt.

Ma ieri è stato anche il giorno della conferma dei Verdi, ovvero del superamento dell’ultimo ostacolo sulla via del governo per Scholz. L’86% dei votanti – corrispondenti al 57% dei 125 mila iscritti che hanno partecipato alla ratifica – si è espresso a favore del “Semaforo” aprendo le porte al mandato di Annalena Baerbock come ministra degli Esteri, Robert Habeck (Economia e Protezione del Clima) Cem Özdemir (Agricoltura) Anne Spiegel (Famiglia) e Steffi Lemke (Ambiente). Confermata dunque l’assenza di Anton Hofreiter, combattivo esponente della corrente di sinistra dei Verdi, sintomo della vittoria della corrente dei «realisti» nel braccio di ferro interno per gli incarichi nell’esecutivo.

Decisamente più bulgara, invece, l’approvazione del patto di legislatura nel partito liberale. I delegati di Fdp riuniti l’altroieri nel congresso straordinario hanno votato per oltre 92% a favore del governo Scholz con appena 37 dissidenti e 8 astenuti. Non ha pesato più di tanto il recente e sorprendente, endorsement sull’obbligo vaccinale per tutti del segretario Christian Lindner che può quindi diventare ministro delle Finanze. Ma il Sì della base liberale promuove il direttore generale Marco Buschmann a ministro della Giustizia, Volker Dissing a ministro dei Trasporti e Bettina Stark-Watzinger nel ruolo di ministra della Formazione.