«I give my mandate back», firmato Fabrice Leggeri. Il direttore di Frontex, agenzia europea per le frontiere esterne, si è dimesso. In calce alla lettera si legge «Varsavia, 28 aprile», ma la notizia è stata resa pubblica ieri. Per ora non ci sono spiegazioni ufficiali, si sa però che la decisione dipende dalle indagini per violazioni dei diritti umani che l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) conduce da tempo contro tre membri dello staff, tra cui Leggeri.

Il consiglio di amministrazione di Frontex, infatti, ha tenuto giovedì e venerdì una riunione straordinaria sulla vicenda. Dopo le dimissioni, ha escluso di condurre «ulteriori procedimenti contro il direttore esecutivo in relazione al report Olaf del 15 febbraio 2022». Nell’incontro non deve essere andato tutto liscio e l’improvvisa fine dell’incarico di Leggeri potrebbe essere solo la prima puntata di uno scandalo più grande. «Sembra che il mandato di Frontex su cui sono stato eletto e rinnovato nel giugno 2019 sia silenziosamente ma efficacemente cambiato», ha scritto l’ex direttore con una punta di ironia.

Per vederci chiaro bisognerebbe sapere cosa ha scoperto l’Olaf. «Il rapporto deve essere pubblicato. Le dimissioni di Leggeri sono una grande notizia ma ne vanno chiarite le ragioni», ha dichiarato Sira Rego, europarlamentare della sinistra europea Gue/Ngl. Rego ha creato il gruppo di controllo sull’agenzia al parlamento di Strasburgo. Adesso chiede che la Commissione europea si prenda le sue responsabilità per le azioni di Frontex. «Il problema non riguarda solo Leggeri, è strutturale – ha detto Rego – Frontex va abolita, serve un cambio nelle politiche migratorie». Dalla Commissione, invece, le dichiarazioni vanno in tutt’altro senso. «Frontex ha un ruolo che resta estremamente importante nelle nostre politiche», ha affermato il portavoce Eric Mamer.

A chiedere di abolire Frontex anche le Ong del Mediterraneo. «Le persone in cerca di sicurezza dovrebbero essere protette e non rimandate in paesi in cui affrontano torture e violazioni. Questo è ciò che fa Frontex», ha scritto Medici senza frontiere. Per Mediterranea gli abusi sono il «frutto della precisa volontà politica di governi nazionali e istituzioni europee». Mentre Sea-Watch ha dichiarato: «Anni di violazioni dei diritti umani non si cancellano, Leggeri e Frontex devono risponderne davanti alla giustizia». Giovedì quest’ultima Ong ha presentato una causa contro l’agenzia alla Corte di giustizia europea per un respingimento del 30 luglio 2021. Secondo Sea-Watch sarebbe stato coordinato da un drone di Frontex che avvertì i libici invece della sua nave, più vicina alla barca in pericolo.

Lo stesso giorno i giornalisti investigativi di Lightouse Report – con Der Spiegel, Srf Rundschau, Republik e Le Monde – hanno pubblicato un’inchiesta in cui sostengono che tra marzo 2020 e settembre 2021 Frontex è stata coinvolta nel respingimento di almeno 957 richiedenti asilo nel mar Egeo, cioè dalla Grecia alla Turchia. In alcuni casi, etichettati come «prevenzione delle partenze», i migranti avevano toccato terra e sono stati rimessi in mare sulle zattere gonfiabili arancioni diventate tristemente celebri in quella rotta.

Le dimissioni di Leggeri arrivano a due settimane dal referendum svizzero per bloccare il sostegno economico a Frontex, che il parlamento elvetico ha deciso di portare dai 23,4 milioni del 2021 a 59,5 nel 2027. Del resto Frontex è l’agenzia europea con maggiori finanziamenti: 758 milioni di euro nel 2022. Nel 2006 erano 19 e nel 2015, all’arrivo di Leggeri, «solo» 142.

Ieri Shabia Mantoo, portavoce Unhcr, ha ricordato che nel 2021 almeno 3mila persone hanno perso la vita, tra Mediterraneo e rotta canaria, per raggiungere l’Europa. Il doppio dell’anno precedente. Intanto davanti alle coste siciliane ci sono 295 naufraghi sulla Ocean Viking e 101 sulla Geo Barents. Attendono un porto.