Nicola Fratoianni, gli ex Pd hanno in programma un’assemblea comune con Giuliano Pisapia a fine giugno. Voi di Sinistra italiana invece non siete d’accordo con la sua offerta di dialogo con il Pd. Dunque per voi Pisapia è di ostacolo a un fronte comune?

L’ostacolo non è lui, sono le sue ambiguità. È ora di decidere da che parte si sta. A sinistra serve una proposta chiara, alternativa al Pd e a Renzi, e anche alla destra e ai 5 stelle, che abbia il coraggio di un cambiamento. Con le ambiguità non riporteremo al voto i milioni di voti di sinistra oggi rifugiati nell’astensione o nell’M5S. Il nostro popolo ci chiede unità, ma anche chiarezza.

Dunque se la proposta è quella dell’ex sindaco Pisapia l’unità non vi interessa?

Certo, in quel caso faremmo altro. La nostra proposta è mettere radicalmente in discussione il programma di Renzi e del Pd. Qualcuno non si è accorto che Renzi ha vinto le sue primarie e continua a rivendicare la bontà del jobs act, della “buona scuola”, persino della riforma costituzionale bocciata dagli italiani. Io chiedo di reintrodurre l’art.18, cancellare il jobs act e la buona scuola, fare investimenti pubblici, la patrimoniale e la riduzione dell’orario di lavoro. Non voglio che si faccia quello che dico io, ma neanche che si discuta ancora su politicismi e tatticismi. Ma che vuol dire «centrosinistra» con questo Pd? Ma su.

Alcune delle vostre proposte sono anche di Art.1.

È un’ottima notizia no? Sediamoci subito intorno a un tavolo, facciamolo domani, vediamo se riusciamo a condividere una proposta larga che coinvolga Art.1 ma anche tutto quello che si muove sul terreno del civismo, comitati, reti di movimenti. Vediamo se siamo d’accordo sui contenuti e sulla prospettiva. Roberto Speranza fa appello al mondo di sinistra che si è battuto per il No al referendum del 4 dicembre. Giusto, sono molto d’accordo.

Sta dicendo che Pisapia non potrebbe guidare questo fronte perché ha votato sì?

Sarebbe un paradosso. Ma non è questo il punto. Il punto è decidere se Renzi è un interlocutore o un avversario.

Art.1 però di fatto ha chiesto a Pisapia di mettersi alla guida di questo «centrosinistra per il cambiamento», come lo definisce Speranza.

Non metto veti sulla base delle biografie. Ma dobbiamo definire un perimetro sulla base della proposta e della prospettiva.

Per esempio: fra voi e Bersani c’è una bella differenza di valutazione sull’ultimo tentativo di centrosinistra, l’alleanza Italia bene comune a cui voi, con Vendola, avevate aderito.

La differenza c’è. Ma a me interessa l’oggi: oggi la prospettiva del centrosinistra non esiste, oggi il Pd guarda al centro e talvolta a destra, vedasi decreto Minniti-Orlando. Dal 2013 è cambiato tutto. L’ipotesi di addolcire il riformismo moderando le politiche economiche non esiste più. E il problema è sulle cose, non sui nomi: qual è la prospettiva che può riappassionare gli elettori?

Il suo è un no anche all’ alleanza con il Pd dopo il voto?

Sarebbe credibile una campagna elettorale che dice: oggi litighiamo ma poi ci mettiamo d’accordo? Ma se qualcuno proporrà il reddito di cittadinanza lo voteremo.

Intanto non temete di costruire una ’ridotta rossa’?

Detto così «ridotta rossa» è come «centrosinistra»: due parole astratte. L’idea che per evitare la «ridotta» bisogna annacquare i contenuti è quello che abbiamo visto troppe volte. Non parleremmo a nessuno. Quello che accade nel mondo, da Bernie Sanders a Mélenchon, ci dice che si prendono voti su contenuti chiari e radicali. Nessuno dei due ha avuto paura della «ridotta».

In Francia il giorno dopo il voto la sinistra si è messa a litigare.

Ne faremo tesoro, definiremo prima non solo i contenuti del programma ma anche i comportamenti successivi.

Rifondazione comunista vi propone di mollare il dialogo con D’Alema, che per loro resta il premier della guerra in Kosovo. E di rivolgervi a loro.

Dico con affetto a Maurizio Acerbo (segretario Prc, ndr) che noi facciamo una proposta aperta a tutti, al Prc naturalmente ma anche ai comitati e alle coalizioni civiche per le amministrative. Personalmente ho fatto mille cortei per la pace e ritengo oggi più che mai che il tema è centrale per la sinistra: pace, smilitarizzazione e moratoria sul commercio delle armi debbono stare al centro del nostro programma. Ma ripeto: non perimetriamo la nostra proposta sulle biografie.

In quanti comuni vi presentate in coalizione con il Pd?

In pochi e comunque non nei più grandi: Genova, Padova, Verona e Pistoia.

Dite sì alla legge proporzionale che Berlusconi propone a Renzi. Pisapia critica la prospettiva di larghe intese. Non temete di favorirle?

Le larghe intese si costruiscono sulla base della politica, non di una legge elettorale. Vogliamo ridare centralità alla rappresentanza e chiudere la lunga stagione del maggioritario. Per questo il modello tedesco per noi è una buona legge.